La conferenza per la sicurezza a Monaco di Baviera, si è trasformata nel tentativo europeo e statunitense – per niente velato – di irretire e garantire il sostegno alle opposizioni ucraine (uniche invitate all’incontro) al governo Yanukovic, democraticamente eletto con il beneplacito della Ue, come hanno ricordato recentemente Lech Walesa e Gorbacev. In disaccordo con le manovre a firma Ue e Usa, si è espresso il ministro degli esteri russo («bruciare edifici del governo – ha detto – attaccare la polizia, perché i politici europei alimentano queste cose? Perché nessuno critica questi atti?»). I rappresentanti dell’opposizione ucraina, forti del sostegno europeo e americano, hanno provato ad ottimizzare l’occasione, rilanciando la minaccia di una guerra civile, che appare più auspicata che temuta.

Al meeting di Monaco, l’offensiva americana è stata accompagnata dalle parole del segretario di Stato Kerry, che lasciano presagire un futuro tutt’altro che tranquillo e pacifico, se è vero come affermato, che «in nessun posto la lotta per un futuro democratico ed europeo è importante quanto in Ucraina. Gli Usa e la Ue sono al fianco del popolo ucraino in questa lotta». A dare manforte a Kerry, il presidente della Ue, Van Rompuy: «Il futuro dell’Ucraina è in Europa».

Tutto questo mentre i leader dell’opposizione ucraina Klitschko e Iatseniuk hanno incontrato Kerry e i ministri degli Esteri francese Fabius e quello tedesco Steinmeier. Secondo quanto affermato dai due il paese sarebbe sull’orlo di una guerra civile: «Dobbiamo trovare una soluzione intermedia per entrambe le parti al fine di evitare la guerra civile», sottolineando che per raggiungere questo obiettivo «è necessario l’appoggio dei Paesi amici».

Di avviso ben diverso è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che ha accusato l’Europa di alimentare le proteste violente in Ucraina. «Cos’ha a che vedere con la democrazia l’aumento delle proteste violente?», si è chiesto Lavrov nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Lavrov ha infine respinto le affermazioni dell’opposizione che accusa Mosca di parlare solo con il governo di Viktor Yanukovich. «Abbiamo contatti con il governo, ma anche con l’opposizione», ha dichiarato.

Nel frattempo in Ucraina, sulla gazzetta ufficiale del paese, la Voce d’Ucraina, è diventata legge la proposta d’amnistia approvata il 29 gennaio dal parlamento, che prevede la liberazione dei dimostranti antigovernativi in cambio dello sgombero degli edifici pubblici occupati.