In tempi di brain imaging e, in Italia, di emarginazione (e povertà) per quei ricercatori che vogliano conoscere stili e modelli di consumo di droghe attraverso le parole dei protagonisti, è una buona notizia quella della traduzione in italiano della Global Drug Survey (Gds) 2015, la più vasta ricerca indipendente sui consumi: grazie a un gruppo volontario messo insieme da Forum Droghe è ora accessibile on line anche in italiano, e sarà possibile anche da noi compilarne i questionari dettagliati, scegliendo le parti che più interessano o sono coerenti con il proprio stile di consumo.

Cos’ha di diverso questo monitoraggio? Prima di tutto non dipende da governi o agenzie internazionali, è promosso da un team europeo di ricercatori indipendenti coordinato da Adam Winstock, psichiatra di Londra; poi, ha un approccio che assume la prospettiva dei consumatori, pragmatico e ovviamente non giudicante, ma soprattutto attento sia alle ragioni dei consumatori per le loro scelte che alle strategie individuali mirate a un consumo sicuro.

E sono proprio i consumatori a fornire, con la loro vasta partecipazione, un quadro dettagliato non solo delle sostanze d’uso (incluse quelle legali e quelle emergenti) ma anche delle modalità, delle strategie di controllo e limitazione di rischi e, di contro, di episodi problematici. Si tratta di una conoscenza non accademica finalizzata alla consapevolezza e al benessere di chi consuma: l’obiettivo dichiarato di Gds è quello di utilizzare le informazioni raccolte per costruire un quadro realistico e aggiornato, nella prospettiva di elaborare il più dettagliato manuale di «uso sicuro» di droghe, basato sulle competenze dei consumatori, perché «se i governi continuano a ripetere che è necessario «dire di no» alle droghe, milioni di persone nel mondo continuano a “dire di sì”, ma cercano di evitare rischi e possibili danni»(Gds).

Tanto che oltre alla ricerca il progetto Gds produce due servizi importanti: un manuale di riduzione del danno redatto grazie alle informazioni fornite dai partecipanti alla ricerca dello scorso anno (High Way Code, solo in inglese); e Drugsmeter, un automonitoraggio on line, grazie a cui è possibile testare autonomamente il proprio consumo, per accrescere consapevolezza e limitare rischi.

Nel 2014, 80.000 consumatori di tutta Europa e da Australia, Brasile, Stati Uniti, hanno partecipato in modo anonimo e senza filtri alla ricerca, e i risultati sono stati diffusi a livello globale raggiungendo oltre un milione di persone. Nel 2015 Gds è ancora più accessibile: tradotta in 10 lingue, incluso appunto l’italiano, conta di coinvolgere almeno 120.000 partecipanti e fornirà i suoi risultati on line nel giugno 2015. L’obiettivo dichiarato di facilitare il contenimento di danni e rischi, la facile accessibilità via web e la numerosa partecipazione globale dei consumatori porta il monitoraggio Gds fuori da due tradizionali «tunnel della ricerca», quello che porta a concentrare gli studi più approfonditi sulla quota (minoritaria) di popolazione variamente istituzionalizzata; e quello che porta a lavorare su campioni limitati quando si tratti di fare ricerca su popolazioni «invisibili perché normalizzate» nel loro consumo.

Non solo i numeri colpiscono, nella ricerca, ma anche l’estrema varietà di stili, sostanze e culture del consumo, altrimenti davvero difficili da raggiungere.

Si può partecipare alla ricerca fino al 20 dicembre 2014 sul sito: www.globaldrugsurvey.com/GDS2015.