I comandi militari israeliani mandano l’artiglieria pesante al confine nord con il Libano e sospendono i giorni di riposo per i soldati dei reparti combattenti. Ma la guerra con Hezbollah non pare vicina nonostante la tensione provocata dal blitz con droni che Israele ha effettuato una settimana fa alla periferia sud di Beirut e la rappresaglia minacciata dal movimento sciita. Lo scontro per ora resta sul tavolo diplomatico e politico. E l’ultimo round è stato giovedì al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, chiamato a rinnovare la missione dell’Unifil, il contingente di interposizione e peacekeeping dispiegato sul versante libanese del confine tra il Paese dei cedri e Israele, sotto il comando del generale italiano Stefano Del Col.

La risoluzione presentata dalla Francia è stata approvata all’unanimità e consentirà ai 10mila caschi blu di continuare il loro lavoro. Ma sull’Unifil non cessano le pressioni di Stati uniti e Israele. Secondo Donald Trump e Benyamin Netanyahu l’Unifil non può svolgere il suo mandato a causa di «forti restrizioni» imposte da Hezbollah, alleato di Siria e Iran. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, sostiene che la presenza del movimento sciita nel sud del Libano avrebbe «lo scopo di danneggiare lo Stato ebraico e mettere in pericolo l’intera regione» e ha avvertito che Israele «non accetterà una tale realtà». Su pressione di Washington la risoluzione appena approvata all’Onu include una «valutazione» della missione Unifil – che il Segretario generale Antonio Guterres dovrà presentare entro il 1 giugno 2020 – volta a verificare il pieno accesso dei soldati dell’Onu alla “linea blu” che segna il confine internazionale tra Libano e Israele. Secondo il governo Netanyahu il mandato dell’Unifil deve essere esteso e prevedere azioni concrete che blocchino quello che descrive come «il traffico di armi a favore di Hezbollah». Intanto ieri un razzo illuminante lanciato dall’esercito israeliano durante una esercitazione lungo la “linea blu” ha provocato l’incendio di una struttura dell’Unifil, senza fare feriti.