A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto sulle undici università telematiche, redatto da una commissione di studio ministeriale, esplode la polemica tra i rettori e il Ministro dell’Istruzione e dell’università Maria Chiara Carrozza, accusata di incompetenza per la durezza di alcune valutazioni contenute nel rapporto. Dalla relazione emerge lo stato di poca chiarezza in cui si muovono queste università che, avvantaggiandosi di una legislazione contraddittoria, gestiscono in maniera arbitraria il personale docente, i corsi di laurea, i titoli di studio che hanno lo stesso valore legale delle università pubbliche. Per questo Carrozza aveva intimato alle università telematiche: «Si cambia o si chiude». La replica non si è fatta attendere. L’università Niccolò Cusano ne ha chiesto le immediate dimissioni «perché non conosce la materia di cui si occupa il suo dicastero». Gli atenei telematici non rispettano i requisiti previsti dalle leggi e dalla normativa ministeriale al pari delle Università statali e non statali. La nota si conclude con un riferimento polemico al ministro: «Ha ottenuto l’idoneità all’insegnamento con regolare concorso bandito dall’ateneo telematico Unimarconi. Un’università telematica va bene solo per lo status di professore ordinario?».