In occasione della comunicazione dei risultati del secondo trimestre dell’anno, UniCredit ha annunciato la decisione di adottare una politica che porti progressivamente ad azzerare entro il 2028 qualsiasi finanziamento a progetti e società coinvolte nel business del carbone.

La politica si applicherà all’intero gruppo internazionale e l’intero settore della polvere nera, inclusi impianti di produzione elettrica e miniere, e alle operazioni in qualsiasi parte del pianeta.

Così UniCredit accoglie in toto le richieste delle associazioni che dall’aprile 2019 avevano spinto il management dell’istituto di credito a prendere seriamente la sfida dei cambiamenti climatici. Ciò significa che UniCredit smetterà di finanziare grosse utility tedesche e dei paesi dell’Est Europa che ancora resistono in barba a ogni impegno internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici e a favore della salute delle popolazioni locali impattate da questi progetti.

«La decisione di oggi di UniCredit è una vittoria importantissima per Re:Common – dice Alessandro Runci, fossil finance campaigner di Re:Common – La nostra campagna ha mosso in pochi mesi una delle principali banche italiane a prendere una leadership internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici.

Aspettiamo con fiducia la pubblicazione a settembre di tutti i dettagli della nuova politica. È giunto il momento che il principale competitor nostrano, Intesa Sanpaolo, che ama fregiarsi dell’appellativo di “banca di sistema”, si svegli finalmente dall’incubo dell’economia fossile e si prenda anche le proprie responsabilità».

«La decisione ha un’ importanza enorme per il clima, ed è anche la testimonianza che la mobilitazione della società civile può avere un ruolo decisivo – dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia -. Fino a qualche tempo fa le banche non avevano alcun interesse a disinvestire dai combustibili fossili, oggi invece – soprattutto grazie alla pressione di associazioni, movimenti, e cittadini – una delle principali banche italiane compie un passo importantissimo. Il carbone è sempre più parte del passato, ed ora è giunto il momento di abbandonare del tutto anche petrolio e gas per contrastare davvero la crisi climatica»