Dalla Serbia numerosi migranti si sono spostati in Croazia per evitare la barriera ungherese e premono ai confini con lo Stato danubiano.

Il primo ministro Viktor Orbán ha annunciato l’inizio della costruzione di un’analoga recinzione destinata a percorrere il confine con la Croazia. I lavori sono iniziati con 600 soldati e se ne attendono altri 700 per il fine settimana. Orbán promette tempi brevi per la realizzazione di questa nuova barriera.

Alla radio pubblica Orbán ha criticato il «liberalismo suicida» di certa stampa e di certi politici occidentali, che costituisce un pericolo per il modo di vita degli ungheresi.

Intanto László Toroczkai sindaco di Ásotthalom, centro abitato del sud dell’Ungheria al confine con la Serbia che si trova nella provincia di Csongrád, dove i giorni scorsi è stato decretato lo stato di emergenza, ha fatto di nuovo parlare di sé.

37 anni, giornalista e uomo politico, Toroczkai è un esponente di Jobbik e governa Ásotthalom dal 2013. Di recente diversi organi di stampa hanno parlato di lui e della sua città per i cartelli apparsi alle stazioni dei bus al fine di mettere in guardia i cittadini dalle malattie contagiose diffuse dai migranti. «Non toccate gli oggetti lasciati per strada dai migranti – dicevano gli avvisi – rivolgetevi subito al medico se dopo aver malauguratamente toccato questi oggetti vi vengono disturbi gastrointestinali e manifestazioni cutanee».

Ultimamente il giovane Toroczkai è apparso in un video realizzato per scoraggiare i migranti dal venire in Ungheria. Il primo cittadino di Ásotthalom spiega che il suo paese accoglie di buon grado chiunque vi arrivi dai valichi ufficiali, in modo quindi regolare, ma ricorda che dal 15 settembre l’attraversamento illegale delle frontiere magiare può comportare facilmente l’arresto e l’espulsione dal paese per diversi anni.

Il filmato ha un commento musicale inquietante e mostra agenti della guardia civica e uomini della forestale intenti a sorvegliare le zone prossime al confine serbo. Sottolinea l’impegno delle autorità a proteggere i confini nazionali e la determinazione di Ásotthalom a contribuire alle iniziative del governo per la sicurezza degli ungheresi. Nelle ultime sequenze il sindaco appare in primo piano con gli occhiali scuri e le mani in tasca; dietro di lui uomini della guardia civica, la maggior parte dei quali con la mimetica, in atteggiamento ugualmente minaccioso.

Il messaggio ai clandestini diretti in Germania è che la via più semplice è quella che passa per la Slovenia e la Croazia. «L’Ungheria non è una buona scelta» dice Toroczkai in primissimo piano che conclude: «Ásotthalom è la peggiore».