Nella Russia di fine ottocento, l’adolescente aristocratica Sasha ha ereditato il sogno del nonno esploratore, Oloukine: raggiungere il Polo Nord. Lui parte ma non fa più ritorno a casa, e così due anni dopo Sasha scappa per andare in cerca della nave perduta di cui il nonno era comandante nella sua esplorazione «in cima al mondo», come recita il titolo originale di Sasha e il Polo Nord, film d’animazione di Rémi Chayé.

Lungo il suo avventuroso cammino Sasha dovrà sfidare le limitazioni imposte al suo genere e anche spogliarsi dei privilegi della sua classe sociale come nella tradizione delle principesse Disney – a cui il film allude chiaramente quando il nuovo amico di Sasha, un giovane marinaio, le porge la mano per aiutarla ad arrampicarsi in cima al veliero su cui sono imbarcati per ammirare il panorama: «Ti fidi di me?», le dice come Aladdin alla principessa Jasmine. Ma invece che prendere la sua mano Sasha afferra una corda e scala da sola le sartie.
Indomita e coraggiosa, Sasha è infatti un perfetto «esemplare» delle nuove eroine dei film per ragazzi, che non hanno bisogno di principi o salvatori.