A Roma le assemblee delle donne si mobilitano per difendere e promuovere i consultori, ma non solo. L’appuntamento è domani, alle 10.30 a Piazza dei Mirti, nel quartiere Centocelle per un’assemblea pubblica convocata dalla rete di donne della Asl Roma 2. L’obiettivo è confrontarsi sul futuro dei consultori, ma anche e soprattutto di aprire questi spazi e farli conoscere alla cittadinanza.

NELLA PROVINCIA DI ROMA ci sono attualmente 6 Asl, ognuna articolata in diversi distretti. Ma dentro questa ragnatela di strutture sanitarie sono tante le assemblee di donne, professioniste e utenti, che si riuniscono regolarmente per costruire una gestione partecipata degli ambulatori. Sabato si incontreranno le assemblee dei consultori di Condottieri, Denina, Monza, Iberia e Resede, ma sono invitate a partecipare anche donne che fanno riferimento ad altre direzioni Asl, come quella attivissima dei Castelli. «Sicuramente i tagli di fondi e personale rappresentano la prima grossa criticità» spiega Maria Rita Cortonesi, dell’assemblea delle donne del consultorio Condottieri, «il turn over ci rende la vita difficile, molti professionisti vanno in pensione e non vengono sostituiti, soprattutto psicologi e assistenti sociali».

ISTITUITI NEL 1975 come presidi socio-sanitari pubblici e laici, i consultori hanno rappresentato per anni luoghi di ascolto, sostegno e organizzazione per le donne. Oggi vivono un lento e progressivo svuotamento. «La gestione delle Asl tende a sacrificare tutto ciò che esula dalla mera prestazione sanitaria» aggiunge Cortonesi «l’assistenza sociale, i programmi per i giovani, i momenti di formazione vengono mano mano ridotti nonostante siano presenti nelle linee guida della regione».

LA REGIONE LAZIO, durante il primo mandato di Zingaretti, ha emesso un Decreto per il riordino delle funzioni dei consultori (DCA152/2014), dove sono indicate tra le attività principali quelle dedicate ai giovani, al contrasto della violenza di genere e alla contraccezione. Nella realtà però non vengono forniti gli strumenti per realizzare questi progetti. «In uno dei distretti della Asl Roma 2 è rimasto un solo psicologo per 6 consultori, praticamente è come non averne» racconta Cortonesi, psicologa oggi in pensione.

IL PERCORSO INTRAPRESO dalle assemblee delle donne dei consultori vorrebbe al più presto sedersi a un tavolo con Regione e Asl, per creare un canale di comunicazione tra gli enti pubblici e le esigenze quotidiane di chi vive i territori. «Il decreto del 2014 per funzionare ha bisogno di un investimento sul personale. Intenzione della Regione, che su questo ha già cominciato a lavorare, è rafforzare tutto il personale della sanità, compreso quello dei consultori» afferma la consigliera regionale Marta Bonafoni. «I pazienti si trovano ad aspettare ore al telefono per prenotare una visita» specifica Cortonesi «questo rende i consultori servizi di fatto poco attraversati dalle donne».