Una nuova tragedia sui luoghi di lavoro dopo il caso delle 22 enne Luana D’Orazio, morta a maggio a Prato stritolata dagli ingranaggi di un macchinario. Ieri è toccato a un’altra operaia, Laila El Harim. Quarantuno anni fra poche settimana, una bimba di quattro, Laila è morta ieri mattina mentre lavorava alla Bombonette di Camposanto, provincia di Modena.

Era stata assunta da un paio di mesi per fare fronte ad un picco di produzione. Sarebbe rimasta incastrata in un macchinario per la fustellatura delle scatole, una macchina complessa che prende la materia prima – in questo caso carta e cartone – e con lame la taglia e sagoma per creare i vassoi e le scatole per i dolci. La procura di Modena ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha sequestrato il macchinario. «Basta. Un’altra famiglia distrutta, un’altra operaia morta. Non si può andare al lavoro e non sapere se si tornerà indietro», dice la segretario della Cgil di Modena Manuela Gozzi. «Dove sono i controlli delle istituzioni e la prevenzione delle aziende? È una vergogna. La sicurezza sul lavoro rimane una grande emergenza nazionale», commenta il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra.

Solo in Provincia di Modena, calcola la Cisl locale, negli ultimi anni gli ispettori del lavoro sono calati del 30%. «Il che vuol dire, se lei conta che nel modenese ci sono 58 mila aziende – ragiona Domenico Chiatto del sindacato – che esistono luoghi di lavoro dove un ispettore non si vede per anni. E sarebbe meglio che gli ispettori arrivassero prima delle tragedie». Difficile avere una stima nazionale, ma negli ultimi anni il calo è stato sensibile ovunque. «Se poi in un’azienda non si registrano segnalazioni, e quindi infortuni, malattie professionali o denunce, gli ispettori tendono a non presentarsi», spiega ancora la segretaria dalla Cgil modenese.

La Bombonette è proprio un’azienda di questo tipo. Una florida nicchia di mercato, una settantina di dipendenti, qualche iscritto alle centrali sindacali che però non hanno un vero radicamento dentro il capannone aziendale. Tant’è che in Bombonette non c’è la contrattazione di secondo livello. «Quel che è successo ha tutte le caratteristiche che abbiamo già incontrato altre volte – spiega il responsabile sicurezza della Cgil nazionale Sebastiano Calleri – Età giovanile, precarietà, macchine complesse che si possono usare solo con la giusta formazione. Sulla sicurezza tutti chiacchierano ma nessuno fa nulla». Calleri fornisce un dato emblematico: negli ultimi 10 anni il personale delle Ausl dedicato alle ispezioni sui luoghi di lavoro si è dimezzato, passando da 5000 a 2500 ispettori su tutto il territorio nazionale. «Io faccio una proposta – dice Manuela Gozzi – le istituzioni ragionino deterrenti reali per chi non fa formazione ai lavoratori e non rispetta le regole.

Una lista nera delle imprese che non garantiscono la sicurezza? Perché no?». La Cgil di Modena nel frattempo sosterrà nei prossimi giorni le iniziative di fermate dal lavoro che saranno proclamate dai rappresentanti sindacali nelle aziende dell’intero territorio provinciale.

Domani a Roma proprio i sindacati incontreranno i ministri Speranza e Orlando per ragionare di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Si parlerà probabilmente soprattutto di green pass, «ma noi partiremo dalla storia di Laila EL Harim», dice il segretario confederale della Cisl Angelo Colombini, che ricorda l’impegno del ministro del Lavoro Andrea Orlando (preso nel maggio scorso) ad assumere 2100 nuovi ispettori nei prossimi mesi con le risorse che arriveranno dal Pnrr. «Cosa positiva – spiega – speriamo si faccia in fretta e comunque qui si tratta di rimediare ad errori passati».

Quello che vorrebbero i sindacati non è solo una nuova infornata di ispettori, ma un coordinamento di una macchina complessa, che a volte non funziona come dovrebbe, con soggetti che non si parlano. Ci sono i Vigili del Fuoco, il personale dell’Ausl che si occupa di sicurezza e prevenzione negli ambienti di lavoro, poi l’ispettorato nazionale e infine l’Inail che ha un ruolo importante sulla prevenzione. «Noi vogliamo, chiediamo e chiederemo che l’ispettorato nazionale che fa capo al Ministro del Lavoro diventi il vero centro di coordinamento di tutti i controlli», spiegano dalla Cisl.

Tante le reazioni politiche. I senatori dei 5 stelle firmano un comunicato comune chiedendo una riflessione a tutta la politica, mentre il deputato grillino Niccolò Invidia domanda a Draghi «soluzioni concrete». Marco Furfaro del Pd parla dell’Italia come di «uno strano Paese, quello in cui si scende in piazza contro il green pass ma a nessuno importa di chi muore di lavoro». Poi l’aggiunta d’obbligo: «lo so, al governo ci siamo noi. Proprio per questo non mi taccio fino a che la povera gente continuerà a morire di lavoro nell’ipocrisia della politica».