Nel 2015 papa Francesco pubblicò l’enciclica Laudato si’, prendendo le mosse dal Cantico delle creature di Francesco d’Assisi: un testo rivolto a credenti e non credenti, segnato dall’abbandono della visione antropocentrica che caratterizza la nostra cultura e dal richiamo alla necessità di un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale.

Dopo aver indicato le profonde connessioni tra pace, accoglienza, tutela ambientale, giustizia sociale, rispetto della natura, lotta alla povertà, sostenibilità dei consumi, l’enciclica traccia un percorso di pensiero e di azione imperniato sull’ecologia integrale, che abbraccia il vivente e prende a guida la sapienza dei popoli indigeni, detentori di un rapporto con il pianeta e i suoi abitanti oggi pressoché estirpato dalla cultura occidentale e dalla sua vocazione predatoria.

Si tratta di un discorso rivoluzionario che esce dagli specialismi – anche quelli umanitari – per dirci che distruzione del pianeta, guerre, corsa al riarmo, migrazione, cultura dello scarto, spregio del vivente e violazione dei diritti civili e sociali sono fenomeni strettamente interconnessi. Quasi un programma politico – assente, nella sua globalità, dalle agende di chi ha il compito istituzionale di rappresentare i cittadini – che crediamo necessario raccogliere di fronte allo sgretolamento, quando non alla palese aggressione, della cultura umanitaria su cui si fonda la civiltà dei diritti: una civiltà fragile, faticosamente costruita a protezione dei precipizi che la Seconda guerra mondiale e la Shoah ci hanno mostrato possibili nel cuore d’Europa e nella modernità.

Il progetto che noi firmatari di questa lettera-appello riteniamo necessario e non più rimandabile si fonda su una premessa essenziale espressa da papa Francesco: «Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri».
Uno spettro si aggira infatti per l’Europa, ed è lo spettro della povertà – povertà materiale, simbolica ed educativa. Ignorarlo, o fingere che non ci riguardi, ha lasciato un enorme numero di uomini e di donne privi di rappresentanza; esposti – come scriveva Hannah Arendt – a cadere dalla dimensione della libertà a quella del bisogno, deviando verso l’assolutismo.

Di fronte all’incrudelimento di linguaggi e comportamenti, ci impegniamo a promuovere nella scuola e nella società un discorso di mitezza e solidarietà, basato sui cardini dell’ecologia integrale tracciati dall’enciclica.

Questi cardini sono: Ambiente e beni comuni (clima, desertificazione, sfruttamento estrattivo, deforestazione, inquinamento, rifiuti e scorie tossiche, proliferazione nucleare) poiché «il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi».

Migrazioni (politiche europee di respingimento, esternalizzazione e crisi dell’asilo, rifugiati ambientali, accoglienza e buone pratiche, inserimento lavorativo e inclusione sociale), poiché «è tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa.

Povertà ed economia dello scarto (il povero come nuova categoria razziale, migranti “poveri tra i poveri”, produzione di scarti umani, alienazione del lavoro, nuovo schiavismo e traffico di organi, giustizia eguaglianza e fraternità come cardini sociali, criminalizzazione della solidarietà, riduzione del cittadino a consumatore, pratiche per un consumo critico), poiché “c’è un’«intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta».

Il vivente (diritti della natura, rispetto dell’unicità e dignità di ogni essere, dialogo con i popoli nativi, bellezza come bene comune, diritto alla pace), poiché «noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale».

Ci impegniamo altresì a far conoscere e rendere accessibili – tramite un’educazione ai diritti e alla cittadinanza e un’attività di consulenza legale – le leggi, le direttive, le possibilità di difesa e l’applicazione dei protocolli internazionali in materia di diritti umani, cittadinanza, diritto d’asilo, ambiente, tutela dei beni comuni, diritto alla salute, architettura sostenibile e protezione del paesaggio.

Quando necessario, ricorreremo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo proponendo azioni inerenti alla violazione dei diritti umani protetti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, denunciando disastri ecologici, malattie da inquinamento, situazioni di povertà, trattamenti inumani e degradanti nei confronti dei più deboli, sfruttamento lavorativo dei migranti e dei più deboli.

Siamo convinti che sia possibile costruire una modalità di lavoro propositiva e continuativa, che sappia radicare sul territorio pratiche di relazione e al contempo promuovere una rete di cittadinanza per la difesa della Terra e la giustizia sociale. A tale proposito ci proponiamo di svolgere una funzione di lobbying a livello di Parlamento italiano e Parlamento europeo, promuovendo contatti e campagne affinché vengano promulgate leggi a difesa dei diritti umani, dei diritti della natura, della lotta alla povertà, dell’accoglienza, della giustizia sociale e ambientale.

Per questo intendiamo contribuire a connettere associazioni, movimenti, organizzazioni, attivisti e studiosi che si occupano delle tematiche che trovano armonica collocazione nel contesto indicato dall’enciclica Laudato si’ e farne patrimonio formativo, educativo, culturale e sociale.

***Mario Agostinelli, Don Virginio Colmegna, Erri De Luca, Emilio Molinari, Daniela Padoan, Paola Regina, Simona Sambati, Antonio Soffientini, Guido Viale