«Letti di notte», ovvero librerie e biblioteche aperte fino alle ore piccole, nelle grandi città come in provincia: un programma fittissimo che prevede, tra i tanti, alcuni incontri quasi irripetibili, come quello proposto stasera a Sarzana dai librai di «L’altro luogo» per far conoscere ai lettori Valeria Luiselli, giovane scrittrice latinoamericana tra le più significative.
In Italia per presentare il suo libro d’esordio, uscito nel 2010 presso l’Editorial Sexto Piso e oggi pubblicato dalla Nuova Frontiera, Luiselli è nata in Messico nel 1983 ed è un’autrice singolarmente cosmopolita (dopo aver vissuto in diversi paesi, risiede oggi a New York) la cui patria, si potrebbe dire, è la lingua spagnola, usata con grande perizia e freschezza. Proprio come lei, il suo Carte false (pag. 14, euro 15) si sottrae a ogni stereotipo identitario e di genere, e sembra voler sfuggire a ogni definizione: infatti non è un romanzo né un insieme di crónicas più vere del vero, e neanche un diario intellettuale o un’antologia di racconti.
Dando per scontata l’impossibilità di assegnare al libro una qualsiasi sbrigativa etichetta, si può comunque azzardare che i suoi dieci capitoli siano altrettanti piccoli saggi eterodossi, la cui rapidità è la stessa di uno sguardo giovane e attento, capace di catturare i dettagli e di decifrarli collegandoli a uno scaffale di letture vaste e approfondite. Non a caso uno dei testi raccolti nel volume parla proprio dell’impossibilità di imporre un’ordine ai volumi della propria libreria: sospinti dalle nostre scelte quotidiane, da gesti e da abitudini o semplicemente dal caso, i libri ci accompagnano, ci precedono, si nascondono, ci cercano o ci abbandonano.
Allo stesso modo, anche Valeria Luiselli sembra spostarsi da un frammento all’altro di «Carte false», disegnando i propri itinerari grazie a testi «in movimento»che ci portano dalla tomba di Brodskij nel cimitero veneziano di San Michele a case vuote e disabitate dagli interni fantasmatici, e infine nelle strade di una «poco camminabile e a malapena letteraria» Città del Messico, percorsa in bicicletta o a piedi e raccontata da insoliti punti di vista: per esempio attraverso le misteriose stanze piene di polvere della cartoteca cittadina, dove la metropoli si dispiega a due dimensioni su mappe e antichi in-folio. E se a prima vista ciascuno di questi percorsi può apparirci come frutto del vagabondare di una bizzarra e ironica flâneuse, proprio la loro personalissima eterogeneità finisce per rivelarcene il senso, che è poi quello di ancorare il disordine del mondo al punto fermo della letteratura.
Luiselli scrive in modo incantevole, in una prosa estremamente curata ma piena di naturalezza che la traduzione di Elisa Tramontin rende con fedeltà in italiano, e non c’è da stupirsi che questa sua prima prova sia stata considerata, in patria, una promessa fuori del comune.
Promessa mantenuta poco dopo, va detto, grazie a Volti tra la folla, il suo primo romanzo uscito nel 2011 (in Italia l’ha pubblicato l’anno scorso La Nuova Frontiera) e tradotto ormai in diverse lingue, che le ha conquistato un successo anche europeo, come dimostra l’accoglienza trionfale della critica in Germania, dove il libro è appena uscito presso la casa editrice Antije Kunstmann.
Vale la pena, insomma, di seguire nei suoi vagabondaggi questa coltissima «Alice» postmoderna e per nulla meravigliata e di sfogliare le sue «carte false», gioco sofisticato e ironico che annuncia la nascita di una scrittrice.