Alle esequie di Armando Cossutta ieri al senato rose rosse, corazzieri e corone (oltre a quelle istituzionali quella di Pannella, quella del manifesto e quella del governo del Nicaragua), insegne dell’Anpi, una bandiera comunista sulla bara. I primi ad arrivare sono stati il presidente del senato Grasso, la vice Fedeli e il ministro Franceschini, accolti dai figli Dario, Maura e Anna Cossutta e dai nipoti Carlotta, Matilde, Guido e Simon. Poi è arrivato Bersani. L’ex presidente Napolitano e la moglie. La presidente Boldrini. Finocchiaro, Calderoli, i sottosegretari De Vincenti e Pizzetti, l’architetto Fuksas, il giornalista Manisco, tanti ex dc (Castagnetti, Bianco, D’Onofrio, Bindi), Segni, Parisi. Soprattutto dinanzi al feretro sono sfilate tutte le sfumature della sinistra divisa, lui che «ha speso una vita politica nello spirito unitario, una lezione ancora attuale», ha detto Massimo D’Alema nell’orazione. Reichlin, Tortorella, Bassolino, Chiti, Fassina, Sel al completo, Pippo Civati, Vincenzo Vita, Angius, Veltroni, Barca, Orlando, Orfini e Esposito, Russo Spena (Prc) e Procaccini (Pcdi). E un’infinita sfilata di compagni, una coda senza fine dalle 10 di mattina. Per la quale valgono le parole di D’Alema, «una comunità dispersa» che deve «riprendere il senso di una storia, recuperarne i valori migliori, e ridifenderli con intransigenza». «Oggi abbiamo bisogno della lealtà di Armando per superare i contrasti», ha detto Luciana Castellina. Il presidente dell’Anpi Smuraglia ha ricordato il partigiano, pennellate della Milano antifascista nelle parole di Gad Lerner, Renato Sarti e del poeta Ivan Tresoldi. Emozione al discorso della nipote Carlotta che ha ricordato la nonna Emi, morta pochi mesi fa, e «l’impasto di politica, vita e amore» dei loro 70 anni di vita insieme.