Quest’anno il 22 aprile è stata doppia festa: Pasquetta, lunedì dell’Angelo, che davanti al sepolcro vuoto di Gesù ne annuncia la Resurrezione, e festa per la giornata mondiale della Terra, dall’idea nel 1970 del senatore Gaylord Nelson dopo il disastro ambientale per la fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil, in California. Il cohousing è affollato di amici, invitati chi per una festa chi per l’altra. Sin dal mattino i bambini nel bosco cercano ovetti e gli adulti si apprestano, chi a preparare il barbecue, con orrore dei vegetariani ,chi il banchetto, tutto sull’ecologia. Amici e loro amici. Amiche e amici della Olga, femminista, di Anna e Carlo, cattolici convinti, dell’Ernesto, marxista leninista, degli abitanti del cohousing, ognuno con la sua storia e persone. La giornata sembra trascorrere serena. Si tentano dialoghi tra chi non si conosce, spesso educatamente interrotti quando si approfondiscono appartenenze culturali troppo diverse. Ma l’equivoco sul senso della festa balza fuori quando nel grande cerchio per lo scambio di racconti e pensieri, si parla di preghiera, di Papa Francesco, di decrescita felice, meditazione, diete vegane, ma anche politica, fascismo che torna. Confusamente le diverse identità culturali iniziano a scaldarsi, e la festa sembra scivolare in una giornata male organizzata e di pessimo gusto. Smirna esterna tutto questo con riflessioni contro il mito dell’identità che Francesco Remotti, antropologo italiano, propone nel suo ultimo libro «Somiglianze Una via per la convivenza» Ed Laterza, Bari 2019. Idea centrale è che l’identità divide, separa «noi» e «gli altri», creando una alterità che se, va bene, si tollera, ma che spesso è problema, minaccia ed va eliminata. La coesistenza, definita nel libro come compresenza in regime di separazione, non è la convivenza, che è disponibilità a costruire insieme. Per arrivare alla convivenza bisogna uscire dalla logica della identità, decostruirla e proporre la visione alternativa delle «somiglianze». Diotima di Mantinea, maestra di Socrate, a cui è dedicato il libro, ed altri pensatori quali Esiodo, Kant, Hume, Levi Strauss sono citati a sostenere criticità sul concetto di identità o l’importanza delle somiglianze che possono trasformare similitudini e differenze in legami ed intrecci. Così il concetto di individuo lascia posto al concetto di «condividuo», per cui anche ogni creatura è aggregato in sé di diversità e somiglianze. Cala il silenzio nel cerchio: pensieri che spiazzano. Esce Pier: «D’altronde ci affanniamo tanto ad andare per galassie proprio a cercare nostri simili». Proviamo a guardarci come simili e questo illumina e unisce.