Nonostante il fallimento su scala mondiale, il neoliberismo continua a imporre la stessa cura: tagli ai salari, alla spesa pubblica e al welfare urbano. Nel caso italiano queste politiche si sommano al malgoverno del territorio. Siamo il paese dei tre condoni edilizi; della cancellazione dell’urbanistica; delle catastrofi ambientali.

Abbiamo (dati Ispra) la percentuale di cementificazione del territorio doppia rispetto a quella europea. Il modello fondato sul cemento e sull’asfalto sta provocando in prospettiva il declino dell’Italia e nell’immediato due conseguenze devastanti. La prima è che le nostre città si impoveriscono sempre più per portare servizi ad una periferia gigantesca. Con la legge di stabilità Renzi continua a tagliare i trasferimenti agli enti locali che a loro volta tagliano il welfare urbano.

La seconda conseguenza è il tragico dissesto idrogeologico che semina lutti e sta facendo ormai collassare l’Italia intera.

E invece di spendere risorse per la grande opera di messa in sicurezza del territorio, con il decreto Sblocca Italia, Matteo Renzi continua a finanziare i gruppi di potere che controllano la Tav, il Mose e l’Expo. L’unico modo per uscire dalla crisi è quella di cancellare per sempre tutte le espansioni urbane. Basta con il consumo di suolo è un’arma potente per ribaltare l’ideologia dominante.

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