Per due mesi hanno vissuto accampati a Gorizia sulle rive dell’Isonzo (foto), senza acqua potabile né bagni e dividendo gli spazi con topi e insetti. Una situazione diventata ormai intollerabile per 94 immigrati afghani, tutti uomini tra i 20 e i 30 anni e tutti richiedenti asilo, che si è sbloccata vernerdì scorso quando, grazie all’intervento della Provincia, si è riusciti ad allestire un tendopoli in un campo sportivo dove ospitarli in condizioni più umane. «Certo si tratta di una soluzione temperanea, comunque migliore della situazione in cui trovavano fino a pochi giorni fa», spiega l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro e cooperazione sociale Ilaria Cecot. Sedici tende più altre due dove sono state montate una mensa e la cucina e oggi arriveranno i bagni chimici messi a disposizione dall protezione civile regionale. «Siamo in contatto con la prefettura che si è impegnata a cercare una struttura dove ospitare queste persone, una caserma, o una propietà demaniale», prosegue Cecot. Nonostante tutti gli sforzi, la situazione dei richiedenti asilo a Gorizia rasenta ormai in un’emergenza. Nell’unico Cara della zona sono ospitati 205 immigrati provenienti dalla Sicialia dopo essre stati salvati in mare dalle navi impegnate nell’operazione Mare nostrum, mentre altri 65 sono ospitati in una struttura messa a disposizione dalla Caritas. Per i 94 afghani, arrivati in Friuli via terra, non c’era più posto e lentamente, nell’arco di due mesi hanno cominciato a sistemarsi lungo le rive dell’Isonzo, in situazioni igieniche e di sicurezza a dir poco precarie. A peggiorare ulteriormente le cose c’è poi il fatto che l’improvvisato accampampamento sorgeva non distante dalla diga di Salcano, e le cattive codizioni del tempo degli ultimi giorni potevano rendere necessario uno svaso della diga,. In quel caso, i 94 afghani sarebbero stati in pericolo. L’intervento della Provincia ha messo fine, almeno temperaneamente, all’emergenza, ma è chiaro a tutti che la soluzione della tendopoli non potrà durare a lungo.