Non c’è dubbio che gli italiani siano adepti del caffè piuttosto che del tè. Per ogni grammo di tè venduto nella nostra penisola, se ne acquistano 84 di caffè. Non c’è partita. Non penso, inoltre, che siano molti coloro che bevono il tè rispettando quel rituale tradizionale chiamato in oriente Cerimonia del Tè. Tra questi probabilmente il nostro Tiziano Fratus, maestro anche nel conciliare la sua passione per gli alberi con la via del buddismo zen. Una relazione antica e solida, quella tra tè e spiritualità, ben espressa dal proverbio orientale: «Un bagno rinfresca il corpo, il tè l’anima».

In ogni caso, secondo ilsole24ore.com, mentre in Giappone si tende a bere meno tè del solito (tra le cause il calo demografico, l’occidentalizzazione dei consumi e la preferenza crescente per il caffè e altre bevande), gli italiani pur partendo da livelli di consumo bassi se confrontati con altri popoli europei (importiamo circa 7000 tonnellate di tè all’anno, la metà della Francia, un quinto della Germania, un tredicesimo della Gran Bretagna) dimostrano una preferenza crescente per questa bevanda, sia nella variante calda che in quella fredda.

Sulla rivista Molecular Nutrition and Food Research del 19 giugno 2019 è stato pubblicato un imponente lavoro di raccolta di dati scientifici che conferma i benefici della bevanda più bevuta al mondo dopo l’acqua. Il consumo regolare di due-tre tazze di tè al giorno, nero o verde, si associa a una riduzione del rischio di mortalità totale, in particolare per malattie cardiovascolari e per molti tumori. Benefici si sono riscontrati nella riduzione del rischio di cancro del fegato, della bocca, dei polmoni, dello stomaco e della leucemia. Nessun effetto positivo, al contrario, è stato osservato su altri tumori come quello del seno, della vescica, della prostata, del colon-retto. Il tè verde protegge dal rischio di infarto e di ictus, ma anche dalla demenza e dal morbo di Parkinson. La tentazione di esagerare e l’entusiasmo di aver trovato finalmente una panacea, per di più confermata dalla ricerca scientifica, è certamente grande. Ma occorre tenere saldamente i piedi per terra. Prima di tutto, due-tre tazze al giorno di bevanda sembrano essere la quantità che produce i maggiori vantaggi. Che non aumentano per consumi più elevati. Infine, nelle conclusioni dello studio si raccomanda di sorbire il tè ad una temperatura non superiore ai 55-60°C, per evitare di danneggiare esofago e stomaco.