Nella bozza della finanziaria presentata dal governo giallo-verde è stato introdotto un emendamento della Lega che impone una tassa dell’1.5% al money transfer dall’Italia verso Paesi non dell’Unione europea, ad esclusione delle transazioni commerciali. In altre parole, i lavoratori stranieri e italiani di origine straniera (e ce n’è tanti ormai, quasi un milione) che mandano i loro risparmi nei paesi extracomunitari li vedranno ulteriormente tassati, in quanto già pagano le imposte, tasse e accise, allo Stato italiano.

Ancora una volta una insopportabile discriminazione tra cittadini che vivono in Italia. Non solo. Il money transfer è già oneroso in quanto le principali agenzie che operano in questo campo si prendono delle commissioni che vanno dall’8 per cento in su, e con questa tassazione salirà ancora, producendo un ulteriore incremento delle vie informali con cui vengono trasferiti i soldi all’estero. Infatti, secondo una indagine di BankItalia del 2016, circa un terzo dei flussi di denaro legati alle rimesse dei migranti vengono trasferiti attraverso canali informali. Alcuni di questi risparmi viaggiano con gli stessi migranti quando tornano a casa, altri attraverso canali illegali in mano a diversi soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, italiana e straniera.

Con questa tassazione si favorirà ancora una volta l’illegalità, e di conseguenza la possibile criminalizzazione dei migranti che vivono in Italia e che, per evitare questo ulteriore balzello, cercheranno strade non ufficiali. Ma, soprattutto, si andrà a colpire la fonte principale di aiuto ai paesi impoveriti che è costituita proprio dalle rimesse, che rappresentano solo l’1% del Pil dei paesi ricchi, ma che danno un contributo fondamentale alla vita di centinaia di milioni di persone. Nel mondo, secondo l’Ifad (International Fund for Agricultural Development) circa 200 milioni di lavoratori migranti mandano nei loro rispettivi paesi qualcosa come 450 miliardi di dollari l’anno, pari a oltre un terzo di tutti gli aiuti umanitari e le forme della cooperazione governativa e non.

Superiore persino agli investimenti diretti all’estero nei paesi del Sud del mondo, dove la Cina fa la parte del leone. Questo è il vero e sostanziale «aiuto allo sviluppo» che è fatto non della beneficienza dei paesi ricchi, ma dei grandi sacrifici di milioni di lavoratori. In Italia, si è passati dai 7.8 miliardi del 2011 ai 5 miliardi dell’anno scorso. Questa drastica riduzione è avvenuta in parte per via della crisi economica che ha colpito anche i migranti, in parte per la netta riduzione del money transfer da parte della comunità cinese (che probabilmente usa suoi canali che non vengono registrati), ed infine perché quando già si arriva alla seconda generazione si affievoliscono i legami con i propri parenti.

Se si volessero veramente aiutare i paesi più in difficoltà, a partire dall’Africa sub-sahariana bisognerebbe creare dei canali ufficiali con bassissime commissioni(1-2%), che darebbero un contributo maggiore alle famiglie dei migranti pari a circa 30 miliardi a livello mondiale, e a circa 700 milioni in Italia. Ma, questo governo li vuole aiutare a casa loro in un altro modo: riducendoli alla fame, perseguitandoli in tutti i modi, riducendoli nelle condizioni di schiavi come a Rosarno.