Compositore, ricercatore e virtuoso degli strumenti a corda, Mauro Palmas suona da decenni con musicisti tradizionali, jazz e pop ma ogni tanto si mette in proprio, con fantastici risultati. Questo album (con libretto di 48 pagine, foto e sand art delle sorelle Pusceddu, testo di Maria Gabriella Ledda, Squilibri editore) è nato da un sogno ispirato alla realtà quotidiana del Mediterraneo, culla di civiltà millenarie, un tempo luogo di scambi commerciali e culturali oggi teatro di egoismi feroci e cimitero incustodito. Tra venti e mare aperto, la storia di navigazione senza tempo, dedicata ai tanti che affidano le loro vite al mare, è un intarsio di melodie e percussioni, arpeggi e assoli, creazioni di struggente forza sonora, con solo un brano cantato Gozos San Antìogo, affidato alla voce di Simonetta Soro, rito devozionale in sardo, sul patrono dell’isola e martire africano. L’isola di Palma de Sols, ribattezzata così dai catalano-aragonesi, è proprio quella di Sant’Antioco, evocata dai numerosi collaboratori di questo progetto, tra cui l’iraniano Pejman Tadayon al ney, un flauto antichissimo, Fabio Rinaudo alle cornamusa irlandesi, Marcello Peghin alla chitarra a dieci corde, Marco Argiolas al clarinetto e il quartetto d’archi Archea String.