Sono bastate poche anticipazioni della lettera aperta alla città che il cardinal Vallini, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, presenterà il 5 novembre, per scalare in un attimo la classifica delle notizie e finire in testa ai titoli di giornali e tv.

Segnali tra Poteri, si direbbe, peraltro con un Sindaco dimessosi dieci giorni dopo essere stato silurato da Papa Francesco. Il Vicario del Papa, dunque, scrive una lettera perché Roma sia «stimolata a rinascere, ad avere una scossa», per «ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti, iniziando dalla formazione di una nuova classe dirigente».

Una scossa? Non c’è dubbio, in città siamo tutti consapevoli dello sforzo che servirà per riparare i disastri compiuti in questi decenni dalle classi dirigenti, locali e nazionali. Già oggi paghiamo le tasse più alte d’Italia per avere i peggiori servizi tra le Capitali europee.

Cardinal Vallini, però, mi permetta di essere franco: dove era lei, dove erano i suoi predecessori, dove era il Vaticano mentre Roma veniva ridotta in macerie, come ha scritto l’Osservatore Romano? Dove eravate quando, per gli interessi di pochi, si moltiplicavano quartieri privi di infrastrutture, scuole e trasporti, creando degrado ed emarginazione? Quando il debito comunale cresceva a dismisura per soddisfare la fame dei potenti di turno e nutrire le clientele di ogni colore? Dove era la Chiesa dell’Urbe mentre Mafia Capitale rubava i soldi destinati all’assistenza ai più deboli, mentre l’emergenza abitativa lasciava decine di migliaia di famiglie senza casa e sotto sfratto? Quando si azzeravano i fondi per i disabili, l’ambiente, la cultura?

Purtroppo, noi romani sappiamo dove eravate. Vi abbiamo visto a braccetto con molti di coloro che stavano “saccheggiando” Roma, dando a politici, dirigenti, giornalisti quegli appartamenti di pregio che tanti fedeli avevano donato per fini di carità.

Vi abbiamo visto ottenere autorizzazioni per trasformare storici conventi in alberghi, salvo poi in molti casi non voler pagare le tasse come i comuni mortali. Vi abbiamo visto chiedere e ottenere terreni comunali per costruire, anche con i nostri soldi frutto del truffaldino sistema dell’8 per mille, 50 nuove chiese. E voi le avete fatte con gli interni sacri firmati Bulgari. Vi abbiamo visto sfruttare i privilegi del Concordato per impedire ai vigili di accertare gli abusi denunciati in zone extraterritoriali (come avvenne per la sede del Vicariato), arrivando a sfregiare col cemento l’aerea della Basilica di San Paolo, patrimonio dell’Umanità che nessuno aveva osato violare per duemila anni.

Non avete smesso di rivendicare privilegi nemmeno sui permessi Ztl, solo per voi disponibili senza limite e con uno sconto superiore a quello dei residenti nel centro storico. Per non parlare dei soldi pubblici drenati per beatificazioni e grandi eventi, senza versare un euro dei tanti che, a vario titolo, incamerate. In questi anni, però, avete gestito il turismo a ogni livello, utilizzando la società del trasporto pubblico per avviare il business dei bus a due piani, lasciando a noi traffico e inquinamento.

Ricordiamo bene, poi, gli strali e gli anatemi lanciati contro il registro delle unioni civili e quello dei testamenti biologici, incassando nel frattempo l’intitolazione della stazione Termini a Giovanni Paolo II. E ricordiamo che fu il Vicariato a negare i funerali a Piergiorgio Welby senza mai ammettere di avere sbagliato.
La scossa, Cardinal Vicario, iniziate a darla a voi stessi. Ad esempio restituendo ai romani le decine di milioni di tasse non pagate al Comune dalle strutture ricettive degli enti religiosi e magari chiarendo se l’Opera Romana Pellegrinaggi, ente del Vicariato, esiste per fare concorrenza agli operatori del turismo italiano oppure per prendersi cura delle anime dei pellegrini.
*Cittadino di Roma, ex segretario di Radicali italiani