Il ministero del Lavoro sta esaminando gli emendamenti alla legge di bilancio che puntano a introdurre un nuovo ammortizzatore sociale chiamato «Iscro» ispirato alla proposta di decreto approvato dal Cnel qualche mese fa per i 627.227 lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps (dati Inps 2018) e non anche per 1.649.263 partite Iva iscritte alle casse professionali (dati Adepp).
Nella proposta recepita dagli emendamenti alla manovra emerge che le indennità per il calo del fatturato e la disoccupazione indotti non solo dalla pandemia sarebbero finanziate da un fondo pagato dagli stessi lavoratori attraverso un aumento della contribuzione previdenziale. Nella proposta Cnel è pari allo 0,28% per tutti i lavoratori iscritti alla gestione separata indipendentemente dal reddito. In queste ore si sta facendo strada l’ipotesi di una riformulazione degli emendamenti che intendono istituire.

L’idea è estendere questo nuovo strumento, che sarebbe introdotto per la prima volta nella legislazione italiana, anche ai lavoratori autonomi professionisti. La proposta è stata avanzata in una bozza di riforma degli ammortizzatori sociali elaborata dalla commissione ad hoc nominata ormai mesi fa dalla ministra Nunzia Catalfo.

Il testo prevede, tra l’altro, il riconoscimento di un’indennità in caso di calo dei redditi a tutti i lavoratori autonom. Sarebbe finanziata da una contribuzione basata su aliquote progressive in relazione al reddito del triennio precedente. Sarebbero esonerate le partite Iva del regime forfettario e il sussidio non sarebbe subordinato alla partecipazione ad attività formative, notoriamente poco utili. Nelle intenzioni si profila una misura di «universalismo differenziato» il cui tetto massimo potrebbe essere fissata a 35mila euro con un tetto Isee.

Oggi Catalfo ha convocato un tavolo sul lavoro autonomo dove si parlerà di questa bozza. «In parlamento – ha detto ieri Catalfo – è stata presentata una proposta che fa un primo passo in questa direzione ma che, a mio avviso, andrebbe estesa anche ai tanti professionisti iscritti agli ordini professionali».

Nella legge di bilancio sarà istituito un fondo da circa un miliardo che «permetterà di esonerare in tutto, o in parte, dal pagamento dei contributi previdenziali i lavoratori autonomi e i professionisti, fino a 50 mila euro, ordinistici e non». Catalfo ha annunciato anche l’intenzione di fare un «focus» sul tavolo sul lavoro autonomo istituito da una legge del 2017 (il cosiddetto «Jobs act degli autonomi»). Un’iniziativa rimasta sulla carta. Da tre anni il tavolo non è mai stato convocato. In questa nuova cornice si intende parlare anche dell’equo compenso per le partite Iva.