«La sfida è quella di portare ordine e regole in un settore che deve, per sua natura, rimanere discontinuo e disordinato». Queste le parole del senatore Roberto Rampi, relatore della VII Commissione Cultura, nel ricevere il documento elaborato dalle lavoratrici e dai lavoratori che occupano il Piccolo Teatro Grassi di Milano da più di un mese dando vita ad un «parlamento culturale permanente». L’incontro di ieri è stata l’occasione per ribadire le principali rivendicazioni del movimento che, secondo l’impegno del relatore, verranno portate alla discussione sulla Legge Delega per la riforma del settore di prossima emanazione. Numerosi i nodi da sciogliere: la messa in ordine dei codici IVS, che definiscono le professionalità nel mondo dello spettacolo — perché va da sé che, non rientrando nelle griglie come spesso accade, è impossibile accedere ad alcuna forma di tutela; l’abbattimento del numero di giornate lavorative necessarie per accedere alla malattia e alla previdenza, infatti come ricorda la deputata Alessandra Carbonaro, l’Inps certifica che quelle svolte in media sono 60 laddove ne occorrono 120.

ANCORA, IL RIFIUTO della proposta dell’autoversamento dei contributi per i lavoratori autonomi e soprattutto, cardine di tutte le richieste, il riconoscimento della natura discontinua delle professioni legate alle arti dal vivo, a cui dovrebbe essere connessa un’indennità sul modello di quella già presente in Francia. Una questione evidente per chiunque lavori nel settore, con semplicità Monia Giannobile, tecnico e occupante del teatro, la riassume così: «Se uno spettacolo va in scena, dovrà essere stato provato precedentemente? Quando non siamo in teatro stiamo studiando, provando, componendo, queste giornate devono essere riconosciute come lavorative».

Un’ulteriore proposta del «parlamento culturale permanente» è quella di dar vita ad uno sportello telematico gestito dall’Inps che possa garantire l’assunzione diretta da parte di cittadini e aziende di maestranze o artisti per gli eventi privati. Un modo per scongiurare il lavoro nero o «grigio» fortemente presente in questo settore. Numerose le personalità intervenute all’incontro, tra i diversi senatori anche Nunzia Catalfo, relatrice dell’XI Commissione Lavoro, anch’essa coinvolta nella riforma; ma anche artisti come Ottavia Piccolo, Ascanio Celestini, Marco Baliani, Moni Ovadia. I tempi sembrano maturi affinché le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo diventino finalmente una priorità.