Verità e giustizia per Giulio Regeni, rilancio del progetto “Corridoi umanitari” e della richiesta all’Italia e all’Europa di una politica inclusiva sulle migrazioni, preoccupazione per le leggi “antimoschee” della Lombardia e del Veneto, rifiuto della retorica della «guerra di religione». Con l’approvazione di una serie di ordini del giorno, che affrontano sia temi religiosi ed ecclesiali sia questioni sociali e politiche, si è chiuso ieri a Torre Pellice il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi italiane.

L’ultimo atto dei sei giorni di confronto e deliberazioni democratiche fra i 180 “deputati” – che hanno rinnovato la fiducia al pastore Eugenio Bernardini come moderatore della Tavola valdese, l’organo esecutivo dell’Unione di metodisti e valdesi – è stato un grido contro il terrorismo, l’islamofobia e la guerra: il Sinodo ha espresso «viva preoccupazione» per «l’escalation del terrorismo di matrice islamista che colpisce in vari Paesi a maggioranza islamica, in Europa e nel resto del mondo», ma anche denunciato «la crescita di un pregiudizio anti-islamico che pretende di associare un’intera comunità di fede al terrorismo e alla violenza jihadista». È «una bestemmia l’associazione del nome di Dio a strategie di terrore, violenza e omicidio», ma non è in corso nessuna «guerra di religione».
Oltre ad argomenti importanti per la vita delle Chiese valdesi e metodiste – a cominciare dall’otto per mille, in calo di poco più del 5% dopo anni di crescita, su cui è stata riconfermata la linea del «nemmeno un euro per il culto» ma tutto alla cultura e al sociale, pur ribadendo che «siamo una Chiesa» -, al Sinodo si è parlato anche di migrazioni, libertà religiosa e di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel febbraio scorso, per cui è stato approvato uno specifico ordine del giorno in cui si chiede all’Italia e all’Egitto «di proseguire nella ricerca della giustizia e della verità».
Sul tema della libertà religiosa in Italia, severa critica all’approvazione delle leggi sull’edilizia di culto della Lombardia e del Veneto, che «limitano diritti costituzionalmente garantiti quali la libertà di coscienza e di religione»: leggi contro tutte le confessioni religiose che non hanno ancora firmato un’Intesa con lo Stato italiano, di fatto veri e propri provvedimenti anti-moschee approvate dalle due Regioni a guida leghista.

I valdesi rilanciano invece la necessità di una legge quadro sulla libertà religiosa che superi quella del 1929 sui «culti ammessi» e fanno una proposta: il 17 febbraio, data dell’emancipazione dei valdesi grazie alle lettere patenti del 1848 del re Carlo Alberto (ma anche giorno in cui, nel 1600, Giordano Bruno fu messo al rogo dal Tribunale dell’Inquisizione) sia la Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero.
Confermato l’impegno sulla questione migrazioni, appunto con i “Corridoi umanitari” («da progetto pilota potrebbe trasformarsi in un efficace strumento di gestione dei flussi migratori verso l’Europa», ha auspicato il responsabile, Paolo Naso) e l’appello per «una politica europea diversa, che promuova l’accoglienza e affronti le cause dei conflitti», ha ribadito Eugenio Bernardini.
Un pensiero e un atto concreto anche sul terremoto che ha colpito l’Italia centrale proprio durante il Sinodo: la Federazione delle Chiese evangeliche ha aperto una raccolta fondi a favore delle popolazioni per interventi di urgenza.