In un seminario sul contenimento della popolazione di scoiattoli grigi, alloctoni di origine nordamericana la cui proliferazione mette a repentaglio la specie degli scoiattoli rossi autoctoni, la ricercatrice Giovanna Massei della Animal and Plant Health Agency britannica, pioniera nelle ricerche sul controllo della fertilità nei selvatici, riferiva di un sondaggio secondo il quale «molte più persone preferirebbero il metodo contraccettivo rispetto alle uccisioni».

RATTI E TOPI: SONO FRA GLI ANIMALI sinantropi che occorrerebbe contenere ma in modo non crudele e non tossico per l’ambiente. «Topi e ratti sono animali privi di qualsiasi protezione, anche se c’è l’articolo 544 bis del codice penale» (che punisce chi cagiona la morte di un animale per crudeltà e senza necessità), fa presente Andrea Brutti dell’Enpa; «contestiamo l’uso massiccio di trappole e veleni, fonte di atroci sofferenze per questa specie e per altre, a cascata. Del resto ogni intervento contenitivo è inutile senza una grande attenzione alla disponibilità di cibo, per esempio mediante i rifiuti». E ancora. «A determinare il numero di animali presenti è la capacità portante del territorio, sono le risorse a disposizione», ribadisce Massimo Vitturi, responsabile Area animali selvatici della Lav. Comunque tempo fa una ricerca del Cnr per un contraccettivo orale (tramite esca alimentare) basato sui principi attivi dell’albero neem – diffusissimo nei paesi poveri, laddove i roditori minacciano la stessa sicurezza alimentare – non partì mai sul serio per mancanza di fondi pubblici. Secondo Piero Genovesi dell’Ispra, per i mammiferi non esistono al momento tecniche davvero efficaci di controllo della riproduzione. «In città il problema va risolto alla radice: con la gestione dei rifiuti. La città di New York anni fa nell’ambito di un piano da 30 milioni di dollari per il contenimento dei ratti, aveva investito anche nelle ricerche sulla sterilizzazione. Ma è la disponibilità di cibo il primo motore che aumenta le popolazioni di ratti, gabbiani, cinghiali e altre specie». Peraltro, «una provincia del Canada, l’Alberta, riesce a tenere il territorio libero dai ratti con interventi di prevenzione e soppressione fatti con il concorso della popolazione e con costi limitati, per proteggere la produzione agricola».

NON SOLO RATTI E TOPI. SI CHIEDE L’ENPA: «Perché in aree specifiche, in ecosistemi chiusi, e pensiamo ai mufloni nell’isola del Giglio, non provare a sterilizzare con iniezione anziché spingere sempre sull’abbattimento?». Quanto ai caprioli, accusati di recare danni ad alcune colture, la Lav fra gli altri «ha più volte proposto alle autorità competenti sul territorio la possibilità di sperimentare un piano per controllare la riproduzione senza accanirsi con abbattimenti e caccia di selezione, i quali risultano inefficaci dato l’aumento di areale dei caprioli; l’attività venatoria spesso li foraggia per avere più capi da abbattere nelle successive stagioni di caccia».

«STIAMO LAVORANDO CON LA REGIONE Emilia Romagna per iniettare il vaccino anticoncezionale ai daini di Ravenna, nel 2022; ma si parla di poche centinaia di individui» spiega Vitturi, ricordando poi che anche per le nutrie, specie alloctona, si lavora a livello locale sia a Sesto San Giovanni che a Castello di Argile: «Funziona, in aree circoscritte, sempre con la cattura e la sterilizzazione chirurgica. Occorre l’impegno di molti volontari e il costo è importante perché le Asl non fanno questo intervento: da regolamento europeo, le nutrie rientrano nelle specie aliene invasive da eradicare. Comunque non si può pensare di sterilizzarle una per una. Il contraccettivo orale potrebbe essere una via d’uscita, anche se impegnativa». L’Enpa ha sterilizzato chirurgicamente una colonia di questi roditori in un laghetto a Perugia, ma ribadisce la centralità degli interventi ambientali: per esempio ridurre i siti di riproduzione lungo gli argini.

NEGLI STATI UNITI UNA FORMULAZIONE INIETTABILE di contraccettivo funziona per tenere sotto controllo i cavalli allo stato brado. E se per i piccioni – un problema in fondo puntiforme, specifico e localizzato -, il «mangime anticoncezionale» che inibisce la fertilità delle uova sembra funzionare, il problema è più complicato per i gabbiani, come per i corvidi: tutto inutile se poi trovano discariche e cibo in abbondanza. Piuttosto, come proteggere i piccoli uccelli da quei volatili carnivori oggi molto più presenti? Le siepi e le cavità degli alberi sono importanti siti di nidificazione e protezione per le prede.