«No a Renzi, no alla Troika per la “causa giusta”». È lo slogan della manifestazione organizzata oggi dalle 14 a piazza Farnese a Roma da L’Altra Europa con Tsipras. La «causa giusta» è quella della difesa dell’articolo 18 e del reddito minimo «per tutti». Una manifestazione annunciata poche settimane dopo l’esito soddisfacente delle elezioni europee, dove l’Altra Europa ha raggiunto per un soffio il 4%, e che arriva a poche settimane dal termine del semestre italiano. Sei mesi che il sociologo Marco Revelli, uno degli ispiratori della lista, definisce un «fallimento». «Renzi ha usato questi mesi come un podio per segnare un punto per se stesso e piazzare una propria fedelissima agli affari europei, Federica Mogherini – sostiene Revelli – Nel frattempo ha perso moltissime occasioni sull’economia». Sul piano Juncker da 300 miliardi per gli investimenti il giudizio è negativo. «È una burla in linea con l’illusionismo praticato da Renzi in Italia – continua Revelli – Oggi manifestiamo per denunciare un bilancio politico catastrofico. È in atto un’aggressione violenta ai diritti e al lavoro».
Alla manifestazione di oggi pomeriggio parteciperanno alcuni esponenti delle formazioni emergenti della sinistra europea. Podemos ai quali i sondaggi attribuiscono il ruolo di primo partito in Spagna. Ci sarà Syriza, primo partito in Grecia, che rappresenta per la sinistra alternativa al “partito della Nazione” di Renzi un principio ispiratore. In piazza interverranno anche esponenti del Bloco de Esquerda e della Sinistra Europea che oggi conta su 52 deputati al parlamento europeo provenienti da 19 delegazioni politiche. Dal palco interverranno Gianni Rinaldini, Giorgio Airaudo, Roberta Fantozzi, Sandro Medici e Norma Rangeri, oltre ai deputati della lista Tsipras al parlamento europeo Eleonora Forenza, Barbara Spinelli e Curzio Maltese.
A sei mesi dalle elezioni europee lo scenario per le sinistre mediterranee si è consolidato. Movimenti e partiti di nuova generazione stanno accumulando forza e si sono attestati sul 30% dei consensi. È il caso della Spagna e della Grecia, ma anche il Portogallo sta conoscendo un fenomeno molto simile. L’ascesa della Lega Nord attesta che l’Italia è invece più vicina alla Francia dove il Front Nationale di Marine Le Pen detiene il primato nei sondaggi, mentre i socialisti neoliberisti di François Hollande restano posizionati stabilmente sull’orlo del baratro.
Nella sinistra politica italiana manca ancora una coesione strategica tra i partiti, come hanno dimostrato le elezioni regionali in Emilia Romagna o in Calabria, mentre continuano a fiorire cantieri alternativi al vecchio progetto di centrosinistra ormai estinto. Oltre queste incertezze avanzano le mobilitazioni di Cgil e Fiom contro il Jobs Act. In questo quadro L’Altra Europa si ripropone come piattaforma per connetterle con i movimenti dello sciopero sociale, contro lo Sblocca Italia, il «biocidio», i No-Tav o il Ttip.
Un percorso al momento ambizioso che Marco Revelli ha spiegato in un documento scritto su incarico del Comitato operativo nazionale dell’Altra Europa. Si vuole creare «un soggetto politico europeo della sinistra e dei democratici italiani con una doppia vocazione: la dimensione europea dell’azione strategica e l’apertura a un’ampia area democratica e di sinistra italiana». «È un contributo che diamo in direzione dello sciopero generale Cgil e Uil del 12 dicembre – spiega Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista – È il punto di partenza per la costruzione di un percorso di una sinistra unitaria nel nostro paese».
Le radici di questo progetto politico sono europee, o meglio euro-mediterranee con Syriza di Alexis Tsipras in Grecia e Podemos di Pablo Iglesias in Spagna. Entrambi siedono nel Gue con l’Altra Europa. Le proposte sono di stampo neo-keynesiano: moratoria dei debiti nazionali e investimenti pubblici reali, ripresa del progetto europeo attraverso una riforma della democrazia a livello sovra-nazionale.

L’affermazione di Syriza e Podemos ha inoltre chiarito le differenze con le ricette neo-liberiste del centro-sinistra e con quelle neo-sovraniste di uscita dall’euro. «I partiti del centro-sinistra e del centro-destra – ha scritto Wolfgang Munchau in un editoriale sul Financial Times – stanno permettendo la deriva dell’Europa verso l’equivalente economico di un inverno nucleare». Per l’editorialista tedesco è «tragico» che i partiti dell’«estrema sinistra» siano gli unici a sostenere politiche sensate come la ristrutturazione del debito. Ma questa è solo una «tragedia» per chi rimpiange opzioni centriste a livello europeo. È una lieta notizia invece per chi auspica un’uscita a sinistra dalla crisi.