Libreria Casagrande Bellinzona

Tutto ha inizio esattamente novant’anni fa, quando Marino Casagrande apre in via Codeborgo, allora chiamata via Porta Ticinese, una cartoleria-libreria con annesso un reparto per la rilegatura dei libri e la fabbricazione di cornici. Le sbiadite fotografie dell’epoca, rigorosamente in bianco e nero, ce la mostrano con l’insegna dipinta a mano su un vecchio muro che si sta scrostando e con alcuni scaffali, naturalmente strabordanti di libri, appesi all’esterno, fra una vetrina e l’altra. Vista così, assomiglia a un vecchio emporio artigianale in cui si può trovare di tutto, più che a un centro propagatore di cultura. Passano sei anni e nel 1930, con l’arrivo dei fratelli Gianni e Pierino, la libreria si trasferisce in viale Stazione, estendendo gradualmente la propria attività anche ad altri ambiti: dischi, grammofoni, apparecchi radio, mobili e macchine per l’ufficio. Spiccano la modernità e la precisione, a partire dalle eleganti insegne e dagli oggetti esposti nelle cinque vetrine. Tutto è estremamente ordinato, in perfetto stile elvetico, e anche il design è molto curato. Tra un manuale Hoepli e un classico dell’Ottocento si vendono macchine fotografiche, vinili e apparecchiature di vario genere.

Uno scatto pubblicitario del settore musicale ritrae in maniera molto suggestiva un vecchio uomo in giacca e cravatta con l’orecchio teso verso un giradischi portatile, che risuona nel bel mezzo di una vallata svizzera. (…) La collaborazione dei tre fratelli dura sino al 1942, quando Gianni rileva l’azienda di famiglia con il marchio Gianni Casagrande sa, per condurla assieme alla moglie Maria. Sette anni dopo, il figlio Libero dà vita a una piccola tipografia inizialmente attrezzata con macchine d’occasione. Accanto alla storica attività di viale Stazione, così, ne nascono altre due: l’Istituto grafico Casagrande e le Edizioni Casagrande, il cui primo libro è datato 1950.

Libreria Fogola Pisa

Fogola è un nome carico di storia e rimanda a un fenomeno molto affascinante che si è sviluppato nel nostro paese: quello dei librai ambulanti della Lunigiana. Stiamo parlando di un gruppo di montanari del tutto analfabeti che a partire dal Cinquecento hanno cominciato a guadagnarsi da vivere andando a vendere libri in giro per le valli. Lunari, almanacchi, immaginette sacre, poemi cavallereschi: difficile dire cosa abbia spinto queste persone a cercare di procurarsi il pane tramite le pagine di carta, anziché vendendo tessuti o altri prodotti artigianali più consoni a chi non sa né leggere né scrivere. Di sicuro sappiamo che provenivano da una manciata di borgate medievali sparse fra i boschi di pini e castagni vicino a Pontremoli – Montereggio, Parana, Pozzo, Mulazzo, Busatica, Filattiera, Bratto – e che nell’Ottocento diventarono anche più audaci, spingendosi un po’ dappertutto, in Italia e nel mondo. Vendevano libri di preghiere, opere di Manzoni e di autori come Dumas, Ariosto, Tasso e Boccaccio. Alcuni si dirigevano a nord verso la Pianura padana, altri a sud verso la Toscana. (…) I loro cognomi erano Maucci, Tarantola, Bertoni, Fogola, Vannini, Giovannacci, Rinfreschi; cognomi familiari a chiunque, nel mondo del libro. Erano spinti dalla fame e dalla necessità, e ogni volta che decidevano di scendere a valle seguivano sempre lo stesso rituale. Per prima cosa raggiungevano una grande città dove, coi pochi soldi ricavati dalla vendita delle castagne e del formaggio della propria terra, compravano i libri rimasti invenduti nei magazzini dei librai-tipografi. (…) In diversi casi, poi, le precarie bancarelle si sono trasformate in vere e proprie librerie in muratura, molte delle quali esistono tuttora, tramandando il nome dei protagonisti di questa incredibile avventura. Come nel caso dei Fogola, appunto, che lasciarono il proprio paese agli inizi del Novecento per fondare librerie di successo a Torino, La Spezia, Genova, Pisa e Ancona. (…)

Libreria Volare, Pinerolo

Il frutto degli studi e dei progetti di Marco Vola è una libreria in grado di sorprendere il visitatore, che difficilmente si aspetterebbe di entrare in uno spazio di circa cinquecento metri quadri – tutti dedicati ai libri – in una cittadina di provincia come Pinerolo. Uno spazio, oltretutto, indipendente. Volare si trova sotto i portici tipicamente sabaudi di corso Torino, all’interno di uno storico palazzo ottocentesco con i muri spessi e le volte di mattoni a vista. Da fuori, dà un’idea di grande solidità. Dentro, invece, colpisce per l’ordine, l’ariosità degli spazi e la leggerezza. (…). Ci sono tantissimi volumi sistemati in perfetto ordine, senza sovrapposizioni o pile qua e là: qui si è ben lontani da quel senso di leggera claustrofobia che si può provare a volte in certe librerie sovraccariche. Sui muri, poi, non mancano i quadri e le fotografie. Vere e proprie pennellate che rendono più familiare la libreria e ci rivelano le passioni di Vola. Ci sono la vivacissima riproduzione di un’opera dell’artista austriaco Friedensreich Hundertwasser, acquistata a Berlino durante un viaggio, e la foto color seppia del celebre compositore Gustav Mahler. (…)

Appena si varca la soglia ci sono i libri gialli e le proposte dei librai, in grande evidenza, poi tanta narrativa, suddivisa per aree geografiche e distribuita su tutto il piano terra. Al primo piano, invece, in un ambiente più caldo e raccolto, con il parquet, abbondano le guide e i libri di viaggio, la sezione di saggistica e l’ampio reparto dedicato ai bambini. «Volare – sostiene il suo fondatore «porta dentro di sé qualcosa di ognuna delle tante biblioteche e librerie che ho visto in giro per il mondo. È un mosaico di idee e suggestioni. Il primo luogo dedicato ai libri che mi colpì profondamente, negli anni Settanta, fu la mitica biblioteca di Rovaniemi, in Lapponia, progettata dal grande architetto Alvar Aalto. Al di là dell’edificio, in quel caso, mi rimase impressa la presenza di tanti lavandini in cui dovevi lavarti le mani prima di toccare i libri».