Sandra Parks, 13enne di Milwaukee, Wisconsin, la sera del 19 novembre è stata uccisa mentre era a casa sua, raggiunta da una pallottola sparata da fuori. La ragazzina, malgrado la sua giovane età, sapeva già troppo riguardo la morte, e le armi: due anni fa aveva partecipato a un concorso dal titolo «We Shall Overcame», («Ce la faremo»), inviando un tema proprio sulla violenza armata nel suo quartiere, intitolato «La nostra verità». Si era classificata terza, i suoi genitori conservano la targa appesa a casa.

«NELLA CITTÀ in cui vivo – aveva scritto – siamo in uno stato di caos, sento e vedo esempi di caos quotidianamente, bambini piccoli sono vittime di una violenza armata insensata. Talvolta mi siedo in disparte per sfuggire a quello che vedo e che sento ogni giorno. Si sente sempre parlare di qualcuno che muore o di qualcuno che è stato ammazzato da un’arma da fuoco e la gente non pensa di chi era padre o figlio o nipote». Nel tema di Sandra Parker si trovano tutte le ragioni della sua morte, diceva di voler cercare di scappare dal caos, dai «crimini di neri a danno di altri neri», che la spaventavano e deprimevano, e si evince il ritratto di un sobborgo urbano ghettizzato, di presenti marginalizzati e futuri segnati a cui avrebbe voluto sottrarsi.

MILWAUKEE è una città della classe lavoratrice, una zona urbana problematica, lontana dal caramelloso mondo ritratto in Happy Days lì ambientato. Specialmente se non si è bianchi. La comunità afro americana come spesso accade finisce con il venire concentrata nelle zone più degradate della città, servizi più scadenti e tasso di criminalità maggiore, imprigionati in un loop socio economico asfissiante.

Sandra Parker a 11 anni era consapevole del pericolo che sono le armi e la loro circolazione incontrollata e che aumentare il numero di armi non fa altro che aumentare il rischio di essere raggiunti da un proiettile, al contrario della teoria tanto cara ai repubblicani, a Trump ed alla destra americana, per cui «contro un cattivo con la pistola, c’è bisogno di un buono con la pistola», e questa consapevolezza è diffusa in questa generazione, più che nelle precedenti, in quanto dal massacro della Columbine High School, di Denver, in Colorado avvenuto il 20 aprile 1999 – che ha ispirato nel 2002 il famoso quanto inascoltato docu-film Bowling a Columbinedi Michael Moore, vincitore del premio Oscar 2003 – negli Stati Uniti la percentuale di mass shooting nelle scuole è cresciuta di anno in anno rendendo gli adolescenti le vittime più probabili di una sparatoria incontrollata. Quella volta due studenti della Columbine High School si introdussero nell’edificio e spararoni su i loro compagni e insegnanti. Rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante, mentre 24 ragazzi furono feriti.

All’epoca si ricercarono le ragioni del massacro nel bullismo come nelle canzoni di Marilyn Manson, e si organizzarono veglie di preghiera in tutto il Paese. 19 anni dopo,il 14 febbraio 2018, il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School avvenuto a Parkland, in Florida, ha scatenato una reazione inedita negli studenti sopravvissuti, che hanno dato origine al movimento Never Again che si batte per il controllo delle armi. Nella scuola della Florida sono state uccise 17 persone e molte altre ospedalizzate, si è trattato di uno dei casi di mass shooting nelle scuole con più vittime nella storia degli Stati Uniti. Quello che gli studenti sopravvissuti hanno veementemente chiesto dopo la tragedia, è stato di non organizzare veglie e pregare, ma di mobilitarsi per leggi sul controllo delle armi e più di tutto di votare solo per candidati impegnati in questo senso.

DA QUEL MOMENTO la narrativa delle proteste è cambiata drasticamente, e l’effetto si è visto anche nelle elezioni di midterm che si sono tenute il 6 novembre scorso, ed hanno registrato un’affluenza al voto molto alta tra i giovanissimi, sensibilizzati proprio dal problema delle armi che vivono sulla lro pelle. ma non solo questo; alcuni americani non si sono limitati a manifestare e votare, ma sono entrati attivamente in politica, come nel caso di Lucy Mc Bath, neo eletta al congresso, in Georgia.

Mc Bath ha cominciato come attivista dopo che nel 2012 suo figlio Jordan è stato ucciso in una stazione di servizio a Jacksonville, in Florida, da un uomo armato infastidito dalla musica troppo alta che proveniva dalla sua auto. l’uomo si era appellato alla legge della florida sulla legittima difesa e al primo processo non era stato riconosciuto colpevole di omicidio. c’è voluta la costanza di Mc Bath nell’insistere per avere un processo d’appello nel 2014, e farlo condannare per omicidio di primo grado.

ORA L’IMPEGNO principale di Lucy Mc Bath è quello di far passare leggi che limitino il possesso e la circolazione di armi, oltre che eliminare leggi assurde che estendono il concetto di legittima difesa oltre ogni umano buon senso