Stasera Notte bianca ai cancelli del Gianbattista Vico, fabbrica Fiat di Pomigliano d’Arco. Come venerdì scorso, lo Slai Cobas, la Fiom e il Comitato cassaintegrati e licenziati attenderanno l’arrivo del primo turno di operai alle 6 di mattina per l’ultimo dei due sabati lavorativi imposti dall’azienda, straordinario non pagato da recuperare con le ferie. La denuncia alla procura di Nola fatta dal Lingotto contro i manifestanti, la polizia in assetto antisommossa che li ha tenuti lontani dagli operai. Hanno fatto da scorta come una qualsiasi vigilanza privata, ma pagata dallo stato. Non è bastato a impedire le manifestazioni di oggi: a partire dalle 21 pizza e birra con la musica del gruppo E’ Zezi e di Marcello Colasurdo. Ci sarà il leader della Fiom Maurizio Landini con i tesserati campani, previsti due pullman da Bologna e Modena, una cinquantina in treno da Milano e poi delegazioni da Toscana, Abbruzzo, Molise, Puglia, Basilicata. «Non si tratta di impedire ad altri lavoratori di varcare il cancello, né vogliamo criminalizzare nessuno – spiega Andrea Amendola, della Fiom di Napoli – ma tenere aperti i canali di comunicazione con i circa 2mila operai che ogni giorno sono sulle linee sotto ricatto. Alla vigilia dei sabati di recupero sono stati tartassati dai capetti. Non è uno sciopero, se non vuoi lavorare devi chiedere il permesso all’azienda»
Ieri i manifestanti sono tornati ai cancelli per volantinare: «Non hanno il coraggio di protestare ma vogliono sapere da noi cosa succede. Lavorano a ritmi forsennati alla catena di montaggio e non sanno neppure se il loro posto è sicuro. Si sentono abbandonati» spiega Aniello Niglio, in cassa integrazione. «Un operaio che è in fabbrica e sciopera, è un eroe e vale dieci lavoratori che manifestano all’esterno – commenta Vittorio Granillo, dello Slai Cobas – A Pomigliano e Nola, come nell’indotto tutti i lavoratori già oggi sono tecnicamente licenziati anche se tenuti in vita da anni di cassa integrazione senza fine». Solo al Vico, sono circa in 2mila i lavoratori in cig, che potrebbero tornare in fabbrica solo con i contratti di solidarietà. «Anche a Grugliasco, nel torinese, molti operai sono ancora fuori – ha spiegato ieri Landini – mentre a Mirafiori si fece il referendum sotto il ricatto di un nuovo investimento entro 12 mesi e a oggi non è ancora chiaro se e quali modelli si faranno».
La Fiat ormai è proiettata verso gli Usa e gli esecutivi che si susseguono fanno finta di non vedere il ridimensionamento della produzione in Italia. «Il governo deve smettere di fare riverenze e difendere il sistema industriale italiano» prosegue Landini annunciando lo sciopero del gruppo Fiat e dell’Automotive, organizzato dalla Fiom per il 28 giugno con manifestazione a Roma: «Avevamo chiesto a Fim e Uilm di farlo insieme, ma ci hanno detto di no. Nelle prossime settimane la protesta riguarderà anche altri settori come siderurgia, elettrodomestici e telecomunicazioni. Senza una politica industriale si arriverà a licenziamenti di massa nelle grandi ma anche nelle piccole industrie». I metalmeccanici della Cgil hanno inviato una lettera a parlamentari e politici della sinistra, chiedendo un impegno concreto sui temi del lavoro: “Si paga la mancanza di investimenti – conclude Landini – il silenzio della politica, governi che hanno sostenuto le scelte fatte». Lo Slai Cobas chiede una commissione d’inchiesta parlamentare sui finanziamenti pubblici alla Fiat negli ultimi dieci anni.
Una Notte Bianca contro i ricatti, solidarietà dalle fabbriche Fiat
Pomigliano D'arco. Landini (Fiom): «Il governo smetta di riverire Marchionne, c’è bisogno di una politica industriale»
Pomigliano D'arco. Landini (Fiom): «Il governo smetta di riverire Marchionne, c’è bisogno di una politica industriale»
Pubblicato 11 anni faEdizione del 21 giugno 2013
Adriana Pollice, NAPOLI
Pubblicato 11 anni faEdizione del 21 giugno 2013