A pochi giorni dal vostro compleanno, nella buca delle lettere scivola una busta contenente un vecchio nastro VHS. Il tempo di recuperare un videoregistratore polveroso in cantina e lo schermo della TV rimanda l’immagine del vostro viso, più giovane di vent’anni, insieme a quello di chi è stato il primo amore di una vita. Due giovani amanti, fra il serio e il faceto, promettono di ritrovarsi in occasione del loro quarantesimo compleanno. Non importa quale strada abbia imboccato la loro vita nel frattempo. Getteranno tutto alle ortiche, almeno per una notte.
Felice “Non” Valentino a tutti.
La matita di Jim – alias Téhy, alias Thierry Terrasson – arriva finalmente sugli scaffali delle librerie italiane grazie ai tipi di Edizioni BD, con un graphic novel intimo e realistico: Una notte a Roma (pp. 208 in formato 16,7×25).
Classe 1966, diplomato alla Scuola di Fumetto di Angoulême, Jim è un illustratore molto amato oltralpe e pressoché sconosciuto qui da noi. Autore di fumetti e lavori di animazione, è anche sceneggiatore di lungometraggi e serie TV, con un attivo di settanta album di tavole e oltre un milione di copie vendute. Uno sguardo naturalmente predisposto al romanzo che, negli ultimi anni, si è concretizzato in una scrittura sofisticata, attenta alla costruzione dei personaggi e dal gusto cinematografico.
In Una notte a Roma c’è un uomo (Raphael) che pianta in asso la sua compagna (Sophie) a bordo del treno che lo dovrebbe portare a casa dei suoceri per un tranquillo, e borghese, fine settimana in famiglia. A Roma lo aspetta il grande amore di gioventù (Marie), pronta a giocare una partita di rimpianti e rimorsi, curiosa di vivere in una notte quel che sarebbe potuto essere della loro vita, e non è mai stato.
Roma è la terza donna di questa storia, perfettamente riprodotta su carta dalla matita di Jim che tavola dopo tavola accompagna i protagonisti del racconto in una città sospesa fra grande bellezza e abisso. Le gradinate di piazza di Spagna, i marmi della Fontana di Trevi, l’acciottolato di piazza Navona, piazza Esedra, la spianata del Colosseo, il belvedere di Trinità dei Monti. Certo il disegnatore francese si prende qualche libertà piantando rigogliosi filari di alberi di fronte a San Pietro – per non appiattire la prospettiva della tavola, dice – e facendo correre le auto sui Fori Imperiali come prima della giunta Marino, ma che importa? Licenze poetiche.
La capitale italiana conserva lo stesso fascino che ha ispirato gli artisti che, nei secoli, l’hanno frequentata e amata. Jim fa anche meglio: la popola di personaggi reali. C’è il traffico appiccicoso delle città mediterranee, il tramestio babelico dei turisti, le ombre scolorite della Dolce Vita. È la città museo immobile e complicata che abbiamo imparato a conoscere, da sempre in bilico sul filo sottile di un totonomine assessori, di spietati palazzinari politici e porporati loro insaputa, di buche nelle strade che pure Jim non manca di inserire nelle sue tavole.
Delphine, compagna dell’illustratore francese e colorista del graphic novel, illumina la storia con le sfumature della terra. L’ocra, il carminio, il cinabro, il corallo, la senape. Tutto sembra avvolto nella luce calda di un lunghissimo tramonto. Scorrono le pagine e nella testa si fa strada la voce di Etienne Daho che intona Week-end à Rome / Pour la douceur de vivre / Et pour le fun puisqu’on est jeunes / Week-end rital, retrouver le sourire / J’préfère te dire, j’ai failli perdre mon sang-froid / Humm, j’ai failli perdre mon sang-froid. Un fine settimana a Roma perché la vita è dolce, perché siamo giovani e vogliamo divertirci. Un weekend italiano per ritrovare il sorriso… ho quasi perso il mio sangue freddo.
Fra nostalgia ed erotismo, Jim dirige un cast di personaggi in preda ai ricordi. Ciascuno di essi, a suo modo, animato dalla sensazione di aver perso qualcosa di importante durante il naufragio della vita quotidiana. «È stata Delphine a portarmi a Roma per il mio compleanno», spiega l’illustratore francese. «La storia che ho scritto è in realtà un pretesto per disegnare la città che mi ha stregato». Anche il quotidiano francese Le Figaro, che ha incensato Una notte a Roma come “il migliore dei lavori di Jim” sottolinea che la scelta della capitale italiana per l’ambientazione del graphic novel, restituisce al fumetto il romanticismo e la nostalgia che altrimenti non avrebbe.
Quanto alla presunta messa a nudo dei tabù e delle passioni che riguardano l’amore – i sogni della giovinezza, il tradimento, le tentazioni e i ricordi di una vita passata al fianco di un grande amore – di cui pure la critica internazionale ha scritto, più di una cosa ci lascia perplessi. E com’è banale questo protagonista maschile! In piena crisi di mezza età, che non sa cosa volere, e che finisce rotoloni in una finta evasione pur di assecondare una fantasia e, con essa, un ego ipertrofico. Vogliamo parlare delle donne? Bellissime, sensuali, e appesantite da stereotipi che speravamo di avere superato. C’è bisogno di aspettare il prossimo Non Valentino.