«Ho già fermato i negoziati tra Europa e Mercosur!».Così ha risposto il presidente francese Emmanuel Macron incontrando i 150 membri della Convenzione dei cittadini per il clima, che gli chiedevano un impegno stringente per cambiare le regole del commercio internazionale, responsabile di oltre un quarto delle emissioni globali di anidride carbonica, e sottometterle alle priorità della lotta ai cambiamenti climatici e di tutela della salute. Ma la sua contrarietà dichiarata a mezzo stampa, in realtà, non ha prodotto alcun effetto pratico perché il Governo tedesco, insieme a quello portoghese e sloveno, che presiederanno l’Unione europea a turno per i prossimi 18 mesi, hanno indicato tra le proprie priorità quella di portare a casa definitivamente l’accordo di liberalizzazione commerciale tra l’Unione europea e l’area di libero scambio Mercosur che comprende Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay. E’ per questo che con una lettera, indirizzata ai Governi, al Parlamento europeo, ai Parlamenti nazionali e alla Commissione Ue, 265 organizzazioni e sindacati europei e latinoamericani si sono mobilitate contro un accordo commerciale che rischia di accelerare la distruzione dell’Amazzonia e far esplodere le violazioni dei diritti umani, soprattutto ai danni di donne, contadini, attivisti e popoli indigeni che la difendono.

In Italia oltre 40 realtà tra cui Arci, Arcs, Fairwatch, Cgil, Terra!, Greenpeace, Legambiente, Slow Food, Attac Italia, Isde, Navdanya International, Fridays For Future Italia e i Parents for Future, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Lav, A Sud, Movimento Consumatori, Cospe, Coordinamento Nazionale No Triv, Transform! Italia, chiedono al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio di ottenere da Bruxelles una moratoria e un ripensamento degli accordi commerciali in essere e in fase negoziale, per verificare che non vadano a aggravare la crisi ecologica, sanitaria, ma anche economica e sociale che il nostro Paese sta affrontando a causa del Covid-19.

La Campagna Stop Ttip/Ceta Italia ha pubblicato sul suo sito, a supporto di queste richieste, il dossier «Pianeta Svenduto», che dimostra l’insostenibilità dell’ennesima liberalizzazione. Per facilitare le esportazioni dell’automotive Ue nell’area, di grande interesse per la presidenza tedesca, il trattato autorizzerà l’agrobusiness argentino e brasiliano a invadere il mercato europeo con centinaia di migliaia di tonnellate in più di carne, soia, pollame, riso, latte in polvere, zucchero e etanolo, tra cui Ogm e prodotti trattati con pesticidi spesso vietati, che provocheranno, stando alle stime più accurate e al netto della soia, un incremento di circa 8,7 milioni di tonnellate di gas climalteranti l’anno rispetto ai livelli di emissione pre-Covid. Le emissioni legate al commercio di questi prodotti tra l’Ue e il Mercosur (25,5 milioni di tonnellate), cresceranno nel complesso del 34 per cento. L’espansione di queste produzioni nell’area amazzonica, è strettamente connessa alla deforestazione che nel solo 2019 con la presidenza Bolsonaro è aumentata del 54 per cento. Parliamo di prodotti che, come hanno denunciato le principali organizzazioni del settore agricolo, Coldiretti e Cia, e i sindacati di settore come Flai Cgil, potranno entrare nel mercato europeo a prezzi così bassi da colpire duramente gli operatori italiani, già danneggiati dalla pandemia. Il manzo refrigerato e il pollame dal Brasile si sono classificati, per i casi di Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi più pericolosi del 2018 Coldiretti e, sempre in Brasile, sono stati approvati 211 pesticidi molti dei quali, vietati in Europa, che l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha rintracciato nei, pur sporadici, controlli a campione che ha condotto su container provenienti dal Brasile. Eppure, nonostante la pandemia, il trattato prevede di facilitare gli scambi riducendo frequenza e portata dei controlli sul campo e alla frontiera, soprattutto per i prodotti agroalimentari. Cinque organizzazioni europee hanno presentato ricorso all’Ombudsman, il Garante europeo, perché la Commissione ha firmato il trattato con la controparte mentre la Valutazione d’impatto ambientale e sociale non era ancora a metà dell’iter, ha ignorato il suo obbligo legale di garantire che l’accordo commerciale con i Paesi del Mercosur non porterà a violazioni sociali, economiche, degrado ambientale e violazioni dei diritti umani. Eppure nell’area amazzonica, come nelle aree rurali del Brasile, gli agguati contro leader delle comunità indigene, contadini e attivisti sono in drammatico aumento. Proseguire “business as usual” non è più un’opzione: i parlamenti di Austria, Olanda e Vallonia hanno bocciato il trattato con atti espliciti, Francia e Irlanda hanno espresso chiare critiche. E l’Italia da che parte sta?

*portavoce della Campagna Stop TTIP/CETA Italia