Una giornata di mobilitazione in Italia per il diritto di asilo, l’accoglienza e contro ogni razzismo. E’ l’appello con cui si è conclusa domenica a Palermo la quarta edizione del Festival Sabir organizzato dall’Arci in collaborazione con Acli, Caritas italiana e Cgil. La data prescelta è il 27 ottobre e l’iniziativa sarà accompagnata da un documento votato dall’assemblea del Festival che verrà consegnato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando al Summit annuale del Global Parliament of Mayor previsto per la fine del mese.

In un’Europa decisa a rendere i propri confini sempre più difficili da valicare per i migranti, va decisamente controcorrente la scelta fatta dagli organizzatori di dedicare l’edizione di quest’anno alla libera circolazione delle persone, delle idee, delle culture e dei diritti. «I flussi migratori non devono essere gestiti in emergenza», ha spiegato la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso. «Non abbiamo più meccanismi legali di emigrazione, si discute solo di rimpatri e impossibilità di entrare in Europa. L’impegno che dovremmo prendere è l’idea della riconduzione ai temi della legalità dell’immigrazione».

In realtà da molti anni ormai l’Unione europea lavora per esternalizzare le proprie frontiere. Spesso lo strumento scelto per ostacolare le partenze dei migranti si nasconde sotto finanziamenti ufficialmente destinati allo sviluppo dei Paesi di origine ma quasi sempre utilizzati per bloccare sul nascere i movimenti delle popolazioni. «L’analisi dell’uso dei Fondi fiduciari così come del nostrano Fondo Africa per attività d controllo delle frontiere – spiega Sara Prestianni, dell’Ufficio Immigrazione dell’Arci – evidenzia chiaramente questa correlazione: nonostante attingano principalmente dal Fed, il Fondo europeo per lo sviluppo, una parte dei progetti finanziati con l’Eutf prevede la formazione delle forze di polizia e delle guardie di frontiera, la diffusione del sistema biometrico per la tracciabilità delle persone e la donazione di materiali come elicotteri, veicoli e navi di pattuglia, apparecchiature di sorveglianza e monitoraggio, aprendo così alla relazione sempre più strutturata tra migrazione sviluppo e sicurezza. Nella collaborazione tra Europa e Africa prevale nettamente la dimensione di controllo e i relativi rimpatri forzosi e ’volontari piuttosto che quella della protezione e dell’apertura di vie legali e sicure di accesso al territorio europeo».

Da sottolineare infine come molti dei finanziamenti sono destinati a governi autoritari che non rispettano i diritti umani come, ad esempio Ciad, Niger, Bielorussia, Libia e Sudan. Ma anche come la decisione di spostare sempre più a Sud i confini dell’Ue, e la sua messa in pratica, siano state prese senza consultare il Parlamento europeo. Notevoli le presenze registrate al Festival di Sabir, ce in quattro giorni ha visto al partecipazione di oltre 1.700 persone, 800 iscritti alle formazioni e 200 studenti delle scuole di Palermo.