Cosa è la scalinata romana di Trinità dei Monti? È un percorso urbano realizzato per consentire di salire rapidamente dal centro storico a Villa Medici e al Pincio. E siccome nella Capitale non è stato decretato il coprifuoco permette di farlo ad ogni ora del giorno e della notte. È bella, certamente, ed è a suo modo un monumento, come lo sono ponte S. Angelo o la fontana di Trevi. Possiamo immaginare di rinchiudere questi spazi in una gabbia notturna? O di sbarrare il passo ai nottambuli sul ponte di Rialto?

L’idea è che questi luoghi debbano fungere esclusivamente da attrazione turistica (diurna): cartoline di pietra. Depurate da quella presenza umana, certo non sempre compita, (ma sorvegliabile) che ne costituisce la storia e l’immagine reale. Trinità dei Monti, poi, è particolarmente ambita come quinta per sfilate di moda e altri eventi mondani. Ragione per cui sta tanto a cuore ai commercianti del lusso che spadroneggiano nel cosiddetto «tridente» che si estende ai piedi della celebre scalinata. Fino a considerarla implicitamente «cosa loro». Lontani sono i tempi in cui il foro romano fu aperto (in questo caso, ragionevolmente, solo nelle ore del giorno) come normale percorso pedonale di attraversamento da via Cavour a via Petroselli. Poi è tornato ad essere pura e semplice merce turistica.

In nome della «sicurezza» non sono pochi gli orrori che nel corso degli anni sono andati sedimentandosi nel cuore di Roma. Due soli esempi di natura diversa. Il primo sono le orripilanti lastre di plexiglas, imbrattate, opache, ingiallite, che circondano l’area sacra di Largo Argentina. Sembra che dovessero impedire a qualche bambino sfuggito al proprio accompagnatore di buttarsi giù, lasciandogli piena libertà di precipitarsi sotto il tram che sfreccia lì accanto. Il secondo è l’improbabile barriera antiterrorismo che deturpa il palazzo più bello della Capitale, palazzo Farnese, sede dell’ambasciata di Francia.

Le transenne tagliano fuori dalla piazza, quasi nascondendolo, il lungo banco di travertino sul quale da sempre siedono e si intrattengono visitatori e abitanti del quartiere così da costituire parte integrante dell’estetica stessa dell’edificio. Sui restanti lati, l’ambasciata resta, invece, apparentemente indifesa. Insomma, tra il museale e il blindato, Roma assume un aspetto sempre più irreale e artificioso. Agli appetiti dei «poteri forti», si aggiungono le pretese di tutela dei poteri stupidi.