Un successo. Quattromila eventi in tutta Italia ma anche in altre parti del mondo. E una partecipazione che supera il mezzo milione di persone in piazza. Sono i numeri della marcia organizzata da «Libera» per la Giornata della memoria e del ricordo delle vittime della mafia.

A Roma in migliaia nel corteo cittadino partito dall’area adiacente la stazione Lido fino a piazza dei Ravennati, il pontile di Ostia, luogo simbolo della cittadina lidense, unico municipio di Roma sciolto per mafia. A Trapani in dodicimila hanno sfilato per le vie cittadine. «Siamo noi la vita di queste vittime della mafia. Matteo Messina Denaro questi nomi te li abbiamo letti in faccia. Vedi cosa hai fatto?» ha concluso il presidente regionale di Libera Sicilia, Gregorio Porcaro, dopo aver letto i nomi delle vittime di mafia.

Cinquanta pullman e 5mila persone a Verbania, sul Lago Maggiore, per la manifestazione di Libera Piemonte, alla presenza dei famigliari di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato ucciso nel 1979 perchè aveva accettato la nomina a commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, la banca di Michele Sindona. «Il Verbano ha ospitato il primo processo antimafia per individuazione di una cosca mafiosa nel Nord Italia – ha detto Eugenio Bonolis, referente di Libera Verbano – Era il 1992 e rivelò la ‘ndrangheta in Ossola. Dietro l’immagine di un territorio felice c’è una vulnerabilità subdola che non lo rende affatto immune – semmai un’attrattiva – dalle attività malavitose».

A Milano la manifestazione si è svolta a Quarto Oggiaro. Bandiere, striscioni, fiori di carta e fogli colorati con i nomi e le storie delle vittime. «Non dobbiamo distrarci mai», è stato l’appello del sindaco Beppe Sala, che dal palco ha voluto ribadire che bisogna «stare insieme e che non si può delegare a nessuno la lotta».