Lo sciopero è sciopero, un picchetto è un picchetto e un crumiro è un crumiro e quindi, tagliando con l’accetta, uno che accetta la logica della guerra tra poveri e tradisce i suoi compagni.

L’accetta che taglia corta la definizione di «crumiro» è la stessa che spacca il mondo in due quando la situazione arriva al dunque. Il «dunque» è che la società è divisa in classi. Il «dunque» è che lo sfruttato sta da una parte e lo sfruttatore dall’altra.

Un padrone è un padrone, un padrone è uno sfruttatore e ogni padrone combatte incessantemente la lotta di classe.

Un padrone «di sinistra» è un ossimoro vivente (anzi, un ossimoro non-morto).

«Cooperativa» è una parola che non significa più niente.

Dovrebbe essere l’Abc, ma l’analfabetismo di ritorno ci strangola.

Il grande, grandissimo merito dei lavoratori in lotta nella logistica, in Emilia e in altre parti d’Italia, è di aver ricominciato ad alfabetizzare.

In questi giorni più che mai afflitti da un discorso pubblico portato avanti quasi solo da infami e interamente composto da minchiate, e mentre i padroni indulgono nei più canaglieschi ricatti (si veda la vicenda Electrolux), le lotte nella logistica sono, come suol dirsi, ossigeno.

E ci sono tanti modi di usare l’ossigeno.

Nella scena finale del film Lo squalo, una bombola d’ossigeno viene conficcata tra i denti del mostro e fatta esplodere. Del mostro non rimangono che frattaglie, e i nostri eroi nuotano verso casa.

Buona nuotata, compagne e compagni.