Che Angela l’avremmo persa purtroppo lo sapevamo da tempo. Anzi, da molto tempo; e questo rende anche più straziante la sua fine. Perché ha subìto una malattia che non perdona ma nella forma atroce di una lunghissima agonia, dopo dolorose cure, sempre alla fine risultate deludenti.

Angela è stata una delle grandi firme de il manifesto, una che apparteneva alla storia delle origini. Diventata specialista del paese più complicato della Terra, la Cina, e perciò seguito con amore e odio.

L’ho sentita l’ultima volta mesi fa, proprio al ritorno da un mio viaggio in Cina, dove ero stata per il congresso internazionale di Slow Food che si era tenuto a Chengdu.

Sapevo che non sarebbe stato facile incontrarsi ma lei mi ha subito incalzata con le domande, curiosa e piena di nostalgia per non poter più svolgere il lavoro che l’appassionava.

Voglio in questo momento triste ricordare una cena allegra a casa mia con due amiche sinologhe di alto livello – Mita Masci e Alessandra Lavagnino. Io ero lì con loro in qualità di apprendista perché in quegli anni mi era capitato di andare spesso in Cina e volevo capire meglio.

Era poco prima che il maledetto suo male si appalesasse; e così, purtroppo, i grandi progetti che avevamo fatto quella sera – di viaggi, letture, rinnovo di incontri – non si sono realizzati.

Io sono rimasta ignorante, Angela l’abbiamo perduta.