Si fa un gran parlare di giovani, categoria ormai amplissima che quasi sfiora i quarantenni, e del loro attuale e impossibile desiderio di poter essere ascoltati. Perché i modi per poter esprimere le loro idee ci sono ed in questo la tecnologia social e i new media sono una risorsa, almeno in Italia, non ancor pienamente compresa in tutte le sue potenzialità, riempite solo in nome di un probabile profitto o lasciate in balia al ventre molle e panciuto del più becero dileggio e pettegolezzo. Mentre è il modo di superare i toni del gran vociare mediatico intorno al loro stato, per lo più sfilacciato dal quotidiano precariato lavorativo ed esistenziale, che è difficile da rompere e che li rende in apparenza silenziosi.

Purtroppo ciò vale in numerosi ambiti; ed anche se è spesso regola, le eccezioni ci sono e quando meno te l’aspetti appaiono in zone non attraversate dai grandi flussi creativi ed intellettuali metropolitani. Una di queste zone è Piacenza, capoluogo di provincia emiliano distante solo 60 km dalla cintura metropolitana lombarda e collegato ad essa da quell’enorme “ponte” tecnologico e viario che è il Lodigiano. Qui una pattuglia di musicisti venuta fuori dal Conservatorio cittadino “Nicolini”, il Collettivo_21, è riuscito in un paio d’anni ad affermare una propria precisa identità sia musicale (il loro interesse è rivolto esclusivamente alla musica contemporanea) sia territoriale per come è riuscito ad equilibrare la prorompente esuberanza giovanile con la capacità di relazionarsi con le istituzioni cittadine e a partecipare a bandi e piattaforme condivise di partecipazione.

Una di queste ha fatto nascere “inco’_ntempranea”, festival di musica contemporanea, guidato dall’agguerrita direzione artistica di Claudia Ferrari, giovane musicologa e chitarrista, che si è fatta le ossa all’importante “scuola” di Milano Musica. Il battesimo, salutato da un folto pubblico che gremiva, quasi soffocava, il teatrino di Palazzo Ghisoni Nasalli, il Festival l’ha avuto il 13 maggio scorso con musiche di sicuro impatto emotivo che evidenziavano anche il lato ludico e spettacolare del Tempus Fugit Percussion Ensemble, più che la riflessività dei fiati del Collettivo di casa con cui dividevano in alternanza il palco. D’altronde, ciò era dettato anche dal programma che allineava composizioni di Sollima, Ligeti, Smadbeck e una prima assoluta di Luca Brignole, Bagatella, prima di dar vita all’insolito arrangiamento quasi zappiano di Libertango di Piazzolla che univa i due complessi in una session di rara vitalità.

Infine da tener d’occhio sul sito www.collettivo21.it i prossimi appuntamenti del festival, già a partire da stasera con il fisarmonicista Claudio Jacomucci ospite nel Duomo di Piacenza, e soprattutto il 17 giugno prossimo con la star dell’edizione, il pianista e compositore Frederic Rzewski che suonerà sue musiche insieme ai musicisti del Conservatorio. Fabio Francione