Sono almeno 154 i morti accertati in Colombia dopo che un’enorme colata di fango ha letteralmente fatto sparire 17 quartieri della città meridionale di Mocoa, capoluogo della regione di Putumayo, al confine con l’Ecuador.

Le piogge torrenziali durate per giorni hanno provocato l’esondazione del fiume Mocoa e dei suoi affluenti, una frana di fango e detriti che venerdì notte si è abbattuta sulle baraccopoli sorte ai margini della città, spazzando via case, ponti e auto.

Ma il bilancio è destinato a salire: sono centinaia i dispersi e il conto delle vittime cresce di ora in ora. Stavano dormendo e per molti non c’è stato tempo di rifugiarsi sui tetti.

Almeno 400 i feriti, secondo la Croce Rossa, 220 i dispersi: «Una tragedia senza precedenti – l’ha definita alla radio locale Sorrel Aroca, governatore di Putumayo – Interi quartieri sono scomparsi, centinaia di famiglie disperse». «La città è totalmente isolata – aggiunge il sindaco di Mocoa, Jose Antonio Castro – Non ci sono né acqua né elettricità. Molte case sono state letteralmente trascinate via dalla frana».

Si cerca di scavare nel fango con i pochi strumenti a disposizione, in mezzo a detriti e pezzi di baracche. Testimoni raccontano di aver sentito le case tremare prima dell’arrivo del fiume di fango. L’allarme, risuonato in città, non è stato udito nei quartieri colpiti .

Gli ospedali sono pieni e lamentano mancanza di sangue per le trasfusioni. Carlos Ivan Marquez, direttore dell’agenzia nazionale per i disastri, ha annunciato la creazione di un’unità di crisi composta da esercito, polizia e protezione civile. Su ordine del presidente colombiano Santos, che ha dichiarato lo stato di calamità per far pervenire prima risorse e aiuti alle vittime, sul posto sono giunti 2.700 uomini.

Non è il primo caso: a novembre una frana ha ucciso nove persone nella cittadina rurale di El Tambo e a ottobre un’altra ha provocato dieci morti.

A monte sta la mancanza di interventi nelle zone più povere del paese. Nelle stesse ore si svolgeva una manifestazione dell’estrema destra contraria al processo di pace con le Farc (che venerdì hanno consegnato all’Onu 8mila armi) e capitanata dall’ex presidente Alvaro Uribe, più interessata al finanziamento del paramilitarismo che all’allocazione di risorse per la sicurezza dei cittadini.