Simonetta Salacone ci raccontava che quando iniziò a insegnare, alla fine degli anni ’60, faceva la maestra a San Basilio.

«Una borgata terribile», così diceva lei «dove capii che cos’era un mondo proletario, era impossibile tenere una disciplina, la mattina i miei alunni andavano a lavorare e il pomeriggio venivano a scuola, chi faceva il panettiere, chi il meccanico, il pomeriggio ai bambini più poveri davano una refezione scolastica, un uovo sodo, c’era una direttrice milanese molto antipatica la quale un giorno entrò subito dopo pranzo e vide le bucce d’uovo sul banco e i bambini stravaccati, si lamentò dell’educazione, dello stile e disgustata mi disse: «Si ricordi che in un ambiente come San Basilio la scuola può dare solo piccole abitudini».

Allora io le risposi: «Ha sbagliato mestiere, per me la scuola può tutto!».

Simonetta Salacone divenne poi dirigente della scuola Iqbal Masih di Roma, realizzò le sue idee, crebbe generazioni di ragazzi e influenzò il discorso pubblico in Italia.

Scomparsa il 27 gennaio scorso, «Una scuola può tutto – Ricordo di Simonetta Salacone» è il titolo dell’evento che la sua scuola le dedica nell’istituto che lei volle intitolato al bambino pakistano simbolo della lotta contro lo sfruttamento minorile.

Sarà un ricordo aperto a tutti, dove prenderanno la parola decine di persone tra insegnanti, genitori, docenti universitari, esponenti di sindacati, di movimenti, partiti, liberi cittadini, artisti, con la musica, la poesia, i video.

Sarà come una festa e racconteremo una parte della sua vita. Siete invitati.

Appuntamento venerdì 17 marzo, dalle 17 alle 22, a via Francesco Ferraironi 38, al Casilino, in quella scuola dove lei sembrava esserci da sempre e dove ci sarà per sempre.