La Festa dell’Indipendenza, che il 28 ottobre ricorda la nascita della Cecoslovacchia, è stata quest’anno dominata dagli attivisti contro l’Islam e contro l’accoglienza dei migranti.
A Praga si sono radunate per manifestare contro l’accoglienza dei migranti circa 300 persone (fonte polizia), che salgono a più di mille secondo gli organizzatori del movimento Non vogliamo l’Islam in Repubblica Ceca. Più partecipata la manifestazione nella seconda città più grande del Paese.

A Brno si sono riunite sotto le bandiere con la moschea sbarrata, simbolo del movimento anti-islam, circa 1,5 mila persone. Complessivamente shanno manifestato contro i migranti in tutto il Paese circa tre mila persone, troppi per un Paese sonnacchioso sul versante del conflitto di piazza come la Repubblica Ceca.

Nel mirino dei manifestanti è stato il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka accusato di alto tradimento dagli attivisti del movimento anti-migranti. Sebbene il governo ceco sia stato assieme a quello slovacco e ungherese tra i più duri oppositori del sistema delle quote di ridistribuzione dei richiedenti asilo, per i manifestanti di mercoledì è stato fatto troppo poco. I modelli da imitare sarebbero infatti il premier ungherese Viktor Orbán e quello slovacco Robert Fico, che ha promesso di ricorrere in giustizia contro il sistema approvato a Bruxelles. Il governo ceco ha invece fatto sapere, che non sta preparando alcun ricorso, considerando chiusa tutta la questione.

Un’altra esponente politica, il cui nome è riecheggiato spesso nelle piazze della Repubblica Ceca, è la cancelliera tedesca Angela Merkel, vista come la capofila dei «buonisti pro migranti». A Praga sono intervenuti infatti anche gli attivisti del movimento Pegida, particolarmente forte in Sassonia e nelle zone frontaliere con la Repubblica Ceca. «Un’immigrazione massiccia e incontrollata dovrà pur cambiare gli abitanti dell’Europa trasformando la faccia dell’Unione Europea. Ma a noi tedeschi non ci ha chiesto nessuno, se vogliamo diventare un altro popolo», ha detto Tatjana Frestlin, che ha parlato a Praga a nome dell’organizzazione tedesca. Gli altri oratori hanno poi sottolineato, che gli attivisti contro i migranti sono i veri dissidenti dei nostri tempi tralasciando in silenzio il piccolo particolare, che non si è mai un movimento dissidente avente dalla sua parte il potere costituito, una buona fetta della stampa e la polizia.

A ricevere le ovazioni è stato invece il presidente della Repubblica Milos Zeman, che da settimane pronuncia interventi contro l’accoglienza dei migranti attaccando duramente anche l’Onu e il Difensore civica dei Diritti Anna Sabatova, che hanno criticato la scorsa settimana le condizioni di detenzione nei Cie cechi. Critiche reiterate anche a inizio settimana, quando l’inquilino del Castello di Praga ha dichiarato, che i migranti stanno usando i propri figli come scudi umani.. «Suscitando la compassione verso i bambini, l’opinione pubblica compatisce anche chi non merita questo sentimento», ha detto Zeman scagliandosi in seconda battuta contro «gli uomini giovani, ben nutriti e vestiti», che starebbero invadendo lo Spazio Schengen.

Pochi invece i contestatori, che si stanno mobilitando per l’anniversario della Rivoluzione di Velluto del 17 novembre 1989. Quel giorno usciranno in strada anche gli anti-islamici per contendersi l’eredità liberale della Caduta del Muro di Berlino, che sarebbe minacciata a lor dire dal «totalitarismo dell’Islam». Le manifestazioni in Repubblica Ceca di questo autunno e inverno sono appena cominciate.