Il disappunto da parte del Comitato tecnico scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali è arrivato puntuale a fronte della recente pubblicazione del Bando di concorso per funzionari bibliotecari pubblicato ieri sul sito del Mibact.

La questione, interna al concorso per l’assunzione di nuovi funzionari, attiene al numero esiguo di funzionari bibliotecari. Solo 25 saranno infatti i reclutamenti delle unità che interesseranno il settore a fronte dei complessivi 500 posti previsti. Troppo pochi, ovviamente, in un orizzonte che – come più volte è stato sottolineato – andrebbe sostenuto e diversamente incentivato. Questa in sintesi è la denuncia che arriva da quattro illustri e autorevoli professori (Mauro Guerrini, Luca Bellingeri, Paolo Matthiae e Gino Roncaglia) che ieri si sono dimessi dal Comitato tecnico scientifico per le biblioteche.

Oltre a non tenere in alcun conto competenze ed esigenze funzionali, come si legge nel breve documento, il bando non rispetterebbe nemmeno «gli scollamenti a oggi esistenti fra quanto previsto dalle nuove dotazioni organiche (…) e il personale in effettivo servizio nei ruoli di bibliotecario, in base ai quali il reclutamento avrebbe dovuto riguardare almeno una decina di unità in più delle 25 previste». A risultare compromessa è la stessa sopravvivenza delle biblioteche, in verità già claudicanti, soprattutto quelle pubbliche statali, per non parlare di quelle nazionali.

Con il medesimo disagio verso il bando del Mibact, anche Giovanni Solimine, ordinario di Biblioteconomia presso La Sapienza, si è dimesso dal Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici. La circostanziata lettera inviata ieri al Ministro Franceschini, si chiude con una presa d’atto: «per una questione così rilevante come l’attribuzione di risorse umane ad un settore ormai giunto al collasso (riduzione degli orari di apertura, scarsa accessibilità del patrimonio, invecchiamento delle collezioni, costante abbassamento del livello dei servizi erogati, contrazione dell’utenza e, come conseguenza di tutto ciò, una sostanziale marginalità delle biblioteche statali nel panorama bibliotecario nazionale) non si è ritenuto di usare altri parametri se non quelli aritmetici».