Jurgen Mossack e Ramon Fonseca sono rappresentati in The Laundromat di Steven Soderbergh come «avvocati spregiudicati e senza scrupoli coinvolti nel riciclaggio di denaro, evasione fiscale, corruzione e altre condotte criminali» recita la causa per diffamazione intentata dagli avvocati di Mossack e Fonseca a Netflix con l’intento di bloccare l’uscita del film dove sono interpretati rispettivamente da Gary Oldman e Antonio Banderas, presentato in anteprima lo scorso settembre alla Mostra del Cinema di Venezia.

«THE LAUNDROMAT» racconta infatti lo scandalo dei Panama Papers che ha travolto lo studio legale Mossack Fonseca per la gestione di conti offshore di centinaia di società e ricchissimi personaggi pubblici e non, e che con il suo sistema di scatole cinesi ha travolto anche la vita di tante persone comuni come la vedova protagonista del film, personaggio creato da Soderbergh e interpretato da Meryl Streep.

I due avvocati, a breve a processo a Panama proprio per lo scandalo e sotto investigazione da parte dell’Fbi negli Stati Uniti, sostengono che la loro rappresentazione in The Laundromat può influenzare negativamente il processo che li attende e pregiudicare il loro diritto a un giusto processo negli Usa: «Una volta che il vaso di Pandora è stato scoperchiato non si può più tornare indietro senza correre il rischio di influenzare il verdetto». In particolare, aggiungono, perché nel film vengono collegati «al riciclaggio di denaro» e rappresentati come «delinquenti che traggono vantaggio dalla morte di venti persone»: l’incidente in barca in cui muore il marito di Streep all’inizio di The Laundromat.

Gli attacchi sono rivolti anche a Soderbergh che aveva dichiarato di non averli rappresentati come criminali. Affermazioni, secondo i legali, in «netto contrasto con il senso del film e con le recensioni che ne sono state fatte». Da Netflix non è ancora arrivata nessuna risposta, ma The Laundromat sarà disponibile sulla piattaforma a partire da domani.