Il virus del viaggio, sosteneva Kapuscinski, è una malattia che non ha cure. In tempi di pandemia, privati di quel contagio per evitarne un altro sconosciuto, possiamo riaccendere le luci del mappamondo, malinconicamente lasciato nei cassetti, tuffandoci a capofitto in quell’Atlante dei luoghi immaginati «confezionato» dallo scrittore Anselmo Roveda – per la scelta dei brani letterari – e Marco Paci – per il «trasloco» visivo tra parole e immagini, grazie alle sue illustrazioni (Giralangolo, pp. 66, euro 19,50). In verità, scrive Roveda nell’introduzione, non ci sono solo allucinati «paesi delle meraviglie» ad aspettarci al varco, ma a volte isole, radure, boschi, vicoli e antiche dimore narrate, pensate con intensità sulla soglia della propria casa, sono posti reali, «che rimandano a una geografia certa, nota, rintracciabile su cartine, mappe e atlanti. È il caso del New England delle piccole donne di Louisa May Alcott; e, in modo esplicito, della Svezia di Selma Lagerlöf sorvolata a dorso d’oca da Nils Holgersson; o, ancora, del quartiere di Budapest nel quale giocano i ragazzi descritti da Ferenc Molnár».

Nel libro, sedici zone dell’illusione allargano l’orizzonte della vista dalla finestra e incuriosiscono chi vi si imbatte. Sono stralci di mondi vissuti da altri, attraversati dallo scalpiccìo dei personaggi della fantasia. Paesaggi che, a volte, somigliano terribilmente ai frammenti del nostro quotidiano. E quasi cento sono invece gli anni presi in esame – si va dal 1844 al 1943 – per comporre questo itinerario lungo strade fantastiche, in totale soggettiva. Certamente, ci sarebbero altri infiniti anfratti del pianeta in cui avventurarsi, ma l’Atlante non rischia di essere un elenco compilativo: è intessuto degli amori di chi ha divorato quei testi, li ha scelti e riportati in vita con una lente di ingrandimento fra le mani e un accenno di sogno negli occhi. È così che ci si ricorda che la piccola casa costruita dalle fate nei giardini di Kensington si può scorgere di sera, dopo la chiusura, e che la città di Oz è tutta avvolta in un verde smeraldo sfavillante. O ancora che i moschettieri lasciarono Parigi due ore dopo la mezzanotte, passando da porta Saint-Denis. Le biografie di autrici e autori di quei «luoghi immaginati» (e anche veri) chiudono i racconti, invogliando a ritrovare l’originale tra gli scaffali domestici per proseguire la lettura.