In California il mercato immobiliare si sovrappone volentieri al glamour. I giornali riportano regolarmente le vendite o semplicemente le quotazioni di residenze di celebrità messe sul mercato. Un sottogenere è quello immobiliare-letterario – godono di fama propria la casa di Chandler a La Jolla, quella di Bukowski a San Pedro, o magari quella affittata a Santa Monica da Bertold Brecht durante il breve esilio californiano, che il municipio qualche anno fa ha dichiarato monumento cittadino.

A PACIFIC PALISADES è celebre la casa fatta costruire da Thomas Mann quando nei paraggi abitavano anche Aldous Huxley e altri esuli di Weimar fra cui Eva Herrmann, Bruna Frank, Ludwig Marcuse e Lion Feuchtwanger. E a Big Sur, naturalmente, la cabin di Lawrence Ferlinghetti, ritrovo beat di cui scrisse Jack Kerouac nel suo romanzo Big Sur.
Se si accompagna qualcuno a far visita a una open house di una casa in vendita a Eagle Rock, l’agente immobiliare in confidenza, come per giustificare la cifra, informa i potenziali acquirenti: «sa, al piano di sopra hanno scritto la sceneggiatura di Will Hunting…». A Hollywood tutto ha un prezzo, compresi i locali dove Matt Damon e Ben Affleck hanno sudato il copione che gli ha fruttato un Oscar.
Non sorprende allora del tutto l’eco della notizia rimbalzata su tutti i social di un ennesimo illustre sviluppo immobiliare: è disponibile sul mercato la casa di Ursula Le Guin a Berkeley. Quello che la rende degna di nota è non solo il calibro dell’autrice di fantascienza – sua la Saga di Terramare – che vi ha vissuto per molti anni (prima di morire, nel 2018, all’età di 88 anni) ma il carattere della casa stessa che sembra compenetrato con quello di una delle massime scrittrici americane della sua generazione – come l’ha giudicata Michael Chabon.

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POSTA SU UNA COLLINA a un chilometro scarso dal campus dell’illustre ateneo, la splendida villa in stile «cottage chalet svizzero» (citiamo dall’inserzione) si sviluppa su 350 mq e due piani da cui si gode una vista panoramica sulla città e sulla baia coi suoi celebri ponti e in lontananza, nelle giornate limpide, fino a Mount Tamalpais – la montagna sacra agli indiani, a Marin County. Costruita nel 1907 dall’architetto Bernard Maybeck, evidenzia le caratteristiche dello stile crafstman, in voga in California nei primi anni del novecento, caratterizzato dall’uso del legno ornato a mano da artigiani, secondo i dettami di un movimento che riteneva il buon artigianato espressione anche spirituale.
In questo caso, gli squisiti pannelli di redwood «rifiniti con chiodi in rame» (sempre dal depliant) rimandano a un rigore estetico e formale fra Zen e lo Shaker – o forse è l’armonia taoista cui Le Guin si interessò a infondere nei locali una serenità meditativa, una sensazione di pace interiore che sembra impregnare i vani e anche il giardino adornato di felci e glicini, fino allo studio dove la scrittrice ha lavorato ai suoi molti libri (e che ricorda una cella monastica).

TUTTO SI INTRECCIA all’illustre precedente abitante che qui è cresciuta con i suoi genitori che la fecero costruire e di cui lei stessa scrisse (in un articolo intitolato «Vivere in un’opera d’arte»): «Quando ripenso alla mia infanzia, mi torna in mente quella casa. È dove tutto è successo. È dove sono accaduta anche io. Mentre scrivo queste parole, mi chiedo se molto di ciò che so riguardo l’arte dello scrivere un romanzo non mi sia stato trasmesso semplicemente dall’abitare in questa casa. Se è così, allora forse per tutta la vita ho tentato di ricostruirla attorno a me con le parole».
La villa di Ursula Le Guin è in vendita per il modico prezzo di 4,1 milioni di dollari (o 19mila dollari al mese, eventualmente, accendendo un mutuo).