Il 9 giugno scorso il presidente della Commissione industria, commercio e turismo del Senato, Pietro Gianni Girotto, M5S, intervenendo sulle mozioni presentate per affrontare l’emergenza climatica in vista del dibattito in aula , ha dichiarato: “In questa fase post Covid, il riconoscimento dello stato di emergenza ambientale e climatica nel nostro Paese è un atto di responsabilità politica verso le nuove generazioni, che, ad alta voce e con diverse modalità, ci chiedono di attivarci.

Sono le voci di un risveglio il cui processo è ormai inarrestabile. Sono voci che non possiamo ignorare, ma che, al contrario, devono essere di ispirazione verso la trasformazione dell’attuale modello economico produttivo in un sistema rinnovabile, decentrato ed efficiente: un sistema decarbonizzato di economia circolare e mobilità sostenibile capace di alimentare meccanismi virtuosi e trovare le risposte necessarie, con enormi benefici sociali, ambientali, economici, politici e sanitari”.

In riferimento ai progetti del governo e della Commissione Europea Girotto ha spiegato che “La costruzione di un simile sistema non è fantascienza. La disponibilità e l’impiego delle tecnologie innovative non potranno che stimolare l’intera filiera produttiva nazionale (artigianale, industriale e dei servizi) e creare nuove professionalità e posti di lavoro».
«Già ora l’Italia, secondo uno studio condotto dalla Oxford Martin School e dalla Smith School of Enterprise and the Environment, è in cima alla classifica delle Green Growth Tigers (le tigri della crescita economica green) del Ventunesimo secolo.

Pensiamo solamente a cosa potranno scatenare i settori dell’automotive, della sharing economy, della digitalizzazione, della riqualificazione energetica e sismica del patrimonio edilizio, della creazione di comunità energetiche e forme di autoconsumo collettivo, e tanti altri. Temi che con i colleghi della Commissione Industria che presiedo abbiamo avuto modo di affrontare approfonditamente, per offrire un contributo concreto alla costruzione di un nuovo modello industriale del Paese”.
Ribadendo quanto si prioritario accelerare il recepimento delle direttive europee in materia, Girotto ha concluso sottolineando l’urgenza di rispondere ai bisogni quotidiani delle persone: “Tutelare la salute e dare lavoro . Facciamo in modo che fin da subito gli impegni che approveremo oggi non rimangano solo oggetto della volontà, ma colgano la sensibilità di tutti noi, a prescindere dagli schieramenti, per essere realizzati velocemente con il coinvolgimento delle migliori competenze, che nel nostro Paese di sicuro non mancano”.

Finalmente una buona dichiarazione, ci siamo detti leggendo le parole di Girotto e per questo abbiamo deciso di pubblicarle qui. Poi, aihmé, è arrivato il decreto che auspica un’Italia simile alla Tav, senza limite di velocità. Bisogna rassegnarsi?
No, naturalmente, anche perché il danaro che adesso arriverà dall’Europa, dopo il positivo esito del negoziato di Bruxelles, vincola il suo utilizzo a opere compatibili con una ripresa produttiva compatibile con il rispetto dell’ambiente. E tuttavia bisognerà stare attenti: controllare, protestare contro quanto di incompatibile è già stato fatto, proporre alternative. A Girotto chiediamo di rendere la commissione che presiede un soggetto attivo di questa battaglia.