Un emendamento al decreto fiscale alla manovra per mettere fine alla orribile e deplorevole azione delle compagnie telefoniche – Tim, Wind 3, Vodafone e Fastweb – di passare dalla fatturazione a un mese a quella a 28 giorni, assicurandosi maggiori guadagni alla faccia e alle spalle dei propri clienti (di fatto hanno portato a 13 le fatturazioni annuali). L’ emendamento del Pd, a prima firma Stefano Esposito, è stato depositato in Commissione bilancio del Senato. Il provvedimento riprende una proposta di legge avanzata alla Camera dalla Pd Alessia Morani.

Potrebbe essere però impossibile chiedere indennizzi per il passato, come spiega il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda: «Per noi è già definito», dice, ci sarà un intervento in legge di Bilancio «chiaramente pro futuro perché non si possono fare norme retroattive». «L’unico tema che non dipende da me – ha precisato – è quello che riguarda le multe pregresse e il rimborso dei consumatori perché si tratta a mio avviso di una chiarissima pratica commerciale scorretta».
Asstel, l’associazione delle potenti compagnie telefoniche, ha già chiesto un dialogo con i parlamentari e il governo, difendendo la legittimità della nuova tariffazione.

Ma anche i consumatori sono sul piede di guerra, giustamente, e reclamano gli indennizzi: «Se quel pro futuro» pronunciato dal ministro Calenda «significa che non sarà previsto un indennizzo per i consumatori che stanno ora pagando l’8,63% in più del dovuto, allora è una grande delusione» afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, Unione nazionale consumatori.

«Anche da parte dei partiti di maggioranza, vedasi la proposta Morani del Pd, è prevista la restituzione di quanto indebitamente percepito dalla compagnie telefoniche – prosegue Dona – Altrimenti saremo costretti ad intraprendere migliaia di azioni legali, intasare i Corecom o avviare interminabili class action per vedere restituire agli utenti l’incremento delle bollette verificatosi dall’entrata in vigore della delibera, la 121/17/CONS, al momento del varo della manovra. È proprio su questo che fanno affidamento le compagnie telefoniche, per potersi arricchire alle spalle dei consumatori e delle famiglie» conclude Dona.

D’altronde sul tema è già intervenuto anche l’Agcom, con sanzioni comminate alle compagnie, risibili – sul piano dell’entità economica – rispetto ai guadagni macinati dopo l’introduzione della fatturazione a 28 giorni: multe per circa un milione di euro a fronte di maggiori introiti di 1 miliardo.

Vista la pressione esercitata, le compagnie sembrerebbero finalmente disposte a tornare a fatturare a un mese (quanto concordato inizialmente con i consumatori, e poi modificao unilateralmente), ma Asstel vorrebbe chiedere una «moratoria» fino al 2018: per far scattare l’anno prossimo degli aumenti tariffari in concomitanza con il ritorno alle 12 bollette, in modo da spalmare gli stessi incassi annui su meno fatture ma senza perdere i guadagni.