Oltre 15 anni e 3 legislature. È questo il tempo trascorso per ottenere l’approvazione in via definitiva dal Senato del Disegno di legge sull’agricoltura biologica.
Il prossimo passaggio prevede che il testo sia sottoposto all’ultima lettura definitiva alla Camera dei Deputati, che l’ha già approvato a larga maggioranza nel 2018.
Come FederBio, la Federazione che dal 1992 tutela e valorizza lo sviluppo dell’intera filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, siamo molto soddisfatti dell’approvazione all’unanimità dei Gruppi al Senato, con un solo voto contrario e un’astensione, segno evidente che anche il mondo politico punta a rafforzare un settore nel quale, con il 16% della superficie agricola dedicata, pari al doppio della media europea, il nostro Paese è leader in Europa.

Si sblocca finalmente una norma molto attesa, non solo da tutto il mondo del biologico, ma anche dai cittadini, la cui domanda di un cibo sano, prodotto nel rispetto dell’ambiente, è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni.

Nonostante la legge sia rimasta ferma così a lungo, la sua approvazione avviene in una fase decisiva che può far cogliere tutte le opportunità di cambiamentstrategico per i sistemi agricoli e alimentari nel nostro Paese e in Europa.

Siamo, infatti, in un momento cruciale per la transizione agroecologica dell’agricoltura.

L’Europa sta puntando fortemente sul biologico con il Green Deal e le strategie Farm to Fork e Biodiversità, che hanno l’obiettivo ambizioso di triplicare la superficie coltivata a biologico, di ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030.
Recentemente la Commissione ha adottato il Piano d’azione europeo per il biologico, redatto in attuazione della Strategia Farm to Fork e, a livello nazionale, siamo all’avvio del percorso di stesura del Piano Strategico della PAC che dovrà indicare l’obiettivo nazionale di crescita del biologico e gli strumenti per raggiungerlo.
La Legge introduce elementi significativi. Tra questi l’istituzione del marchio biologico italiano come strumento per caratterizzare i prodotti bio ottenuti da materia prima nazionale e accrescere il valore delle nostre produzioni agricole. Si tratta di un passo importante anche per sviluppare un sistema di tracciabilità e controllo più efficace per i prodotti bio italiani.

Altro punto rilevante contenuto nella Legge, l’istituzione dei distretti biologici (art.13) che consentono di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali attraverso la conversione alla produzione biologica e l’uso sostenibile delle risorse naturali e locali nei processi produttivi agricoli.

La Legge prevede inoltre l’adozione di un Piano d’azione nazionale per lo sviluppo del biologico ed il sostegno alla ricerca, all’innovazione e alla formazione, che rappresentano strumenti fondamentali per il futuro del settore.

La Legge sul biologico è dunque uno strumento fondamentale per supportare la transizione agroecologica e permettere di allineare l’Italia agli obiettivi europei e può costituire la spinta decisiva affinché il Governo metta a punto un Piano d’azione nazionale per il biologico, attraverso un percorso partecipato con le associazioni del bio, quelle agricole e l’insieme dei portatori d’interesse.

L’unico punto della legge che ha suscitato discussioni e polemiche è quello che prevede l’equiparazione tra biologico, biodinamico e altri metodi di produzione basati su preparati e specifici disciplinari, che naturalmente rispettano le disposizioni del Regolamento europeo sul bio. Una polemica della quale è difficile comprendere le ragioni visto che il biodinamico, usando esclusivamente prodotti di origine naturale, non solo rispetta i principi fondanti del biologico, ma con l’obiettivo del ciclo chiuso attraverso la presenza di animali in azienda e con almeno il 10% di superficie agricola destinata alla biodiversità, rappresenta una delle punte più avanzate del sistema. E’ per questo che la biodinamica è da sempre inserita nei Regolamenti europei in materia di agricoltura biologica e la norma nazionale non fa altro che prenderne atto.

Biologico e biodinamico rappresentano un patrimonio a disposizione del Paese, con oltre 80.000 imprese che creano lavoro, investono in ricerca e innovazione e rappresentano un’opportunità strategica per contribuire alla transizione ecologica, alla valorizzazione del territorio rurale e alla creazione di opportunità occupazionali, soprattutto per giovani e donne che vogliano lavorare in agricoltura.

* Presidente di FederBio