Brutta avventura alla frontiera messicana per Tarek William Saab, Difensore del popolo venezuelano. Il funzionario che esercita un’importante funzione di garanzia contemplata dalla Costituzione, ha denunciato di essere stato controllato e intimidito all’aeroporto di Città del Messico su indicazione dell’Interpol statunitense. Saab era stato invitato in Messico per partecipare alla 12ma Conferenza del Comitato internazionale di coordinamento degli Istituti di diritti umani, dipendente dall’Onu. La Commissione nazionale per i diritti umani ha deciso di aprire un’inchiesta, su invito del Difensore del popolo del Messico, Luis Raul Gonzalez Pérez. Si tratta di stabilire se le autorità messicane all’aeroporto hanno agito in modo consono al diritto internazionale e alla funzione rappresentata da Saab. «Gli Stati uniti si sono assunti il ruolo di gendarme mondiale», ha denunciato Saab, respingendo le accuse rivolte al suo paese su presunte violazioni dei diritti umani: «Negli anni passati – ha detto – hanno usato il tema del narcotraffico e del terrorismo, ora hanno scoperto quello dei diritti umani per aggredire le nazioni».

Al Difensore del popolo si sono rivolti i famigliari delle vittime delle guarimbas – tecniche di guerriglia di strada utilizzate dalle destre nelle proteste violente dell’anno scorso contro Maduro. Il loro Comitato sta arrivando in Italia per partecipare al «III Incontro nazionale in solidarietà con la rivoluzione bolivariana» organizzato a Ravenna dalla Rete Caracas chiAma.

Il Comitato di famigliari e sopravvissuti ha anche diffuso una lettera pubblica per spiegare il ruolo di Leopoldo Lopez in quei fatti violenti. Il leader di Voluntad popular, intorno al quale si sono coagulati diversi gruppi nazisti, è stato condannato in primo grado a oltre 13 anni. In sua difesa, dalla Spagna e dagli Usa, è partita una campagna internazionale capeggiata da ex presidenti come Alvaro Uribe (non proprio un campione di diritti umani) che mira a isolare il Venezuela e a spingere Obama a inasprire le sanzioni. Intanto, un libro del sito Wikileaks, pubblicato negli Usa, porta in luce i piani delle agenzie per la sicurezza degli Stati uniti per destabilizzare i governi non graditi dell’America latina: in primis il Venezuela.