Luigi Pintor amava ripetere spesso che un quotidiano il giorno dopo dev’essere buono per incartarci il pesce al mercato. Ma forse proprio lo spirito di contraddizione che il manifesto ha sempre stimolato («Dalla parte del torto» è stato, non a caso, un suo slogan fortunato), ci ha spinto a farne, anche, un uso diverso, inducendoci a conservarlo fin dal primo numero del lontano 28 aprile 1971.

Si può dire che da allora il manifesto ci abbia accompagnati, da studenti e poi da insegnanti, in tutti i nostri spostamenti, dalla Sicilia al Veneto e infine in Toscana, e che il giornale abbia sempre rappresentato, per noi, una sorta di «occhiale» attraverso cui guardare la realtà, e anche un richiamo continuo all’impegno di mantenere viva una voce critica che più volte ha rischiato di essere spenta. Una voce che è sempre stata, per molti, uno stimolo all’intelligenza, all’ironia, al godimento di una scrittura giornalistica brillante, mai banale.

Siamo stati (e restiamo) abbonati fedeli: prima postali, poi, quando il servizio ha cominciato a essere carente al punto da determinare le lacune più grosse della nostra collezione, siamo passati all’abbonamento per coupon da utilizzare in edicola.

Siamo pertanto molto grati agli edicolanti di Massa che hanno collaborato con noi e alle persone che si sono succedute alla gestione degli arretrati del giornale, che ci hanno aiutato a recuperare almeno in parte i numeri perduti.

La raccolta dei numeri del quotidiano e dei supplementi era destinata, in un primo momento, ai licei dove abbiamo insegnato per tanti anni, che però – per le difficoltà organizzative comuni a molte scuole – non sono stati in grado di gestire la mole delle annate e di garantirne la possibilità di consultazione. Ci siamo quindi rivolti alle biblioteche pubbliche e alle istituzioni, ottenendo la disponibilità di una Biblioteca importante, ma ancora sottoutilizzata come quella della Camera di Commercio di Massa e Carrara.

Proprio qui, lo scorso venerdì 24 febbraio, si è tenuta una presentazione pubblica della raccolta, aperta alla stampa e a una folta rappresentanza dei licei in cui abbiamo insegnato. Abbiamo così ascoltato con vero piacere il Presidente della Camera di Commercio e i rappresentanti delle istituzioni locali sottolineare l’importanza culturale dei quotidiani, e in particolar modo del manifesto, e abbiamo avuto l’opportunità di ringraziare a nostra volta chi ci ha aiutato a mettere insieme, sistemare e inventariare l’intera raccolta, in primo luogo le due pazienti bibliotecarie.

Infine, da vecchi insegnanti, non ci è riuscito di «perdere il vizio»: abbiamo allora pensato di suggerire anche qualche tema di ricerca da sviluppare in futuro assieme a studenti e colleghi, assicurando fin da ora la nostra disponibilità a collaborare nello svolgimento del lavoro: dalla condizione femminile agli «anni di piombo», dall’elezione di Obama (e quella di Trump) alla musica rock.

L’intenzione è quella di offrire un riscontro alla partecipazione attenta e concentrata dei numerosi studenti presenti, parecchi dei quali alla fine hanno fatto capannello attorno al «toscano del manifesto» Riccardo Chiari, invitato a tenere l’intervento conclusivo. Sono soddisfazioni non da poco, specialmente di questi tempi; vogliamo quindi condividerle con gli altri lettori, soprattutto i più giovani.