«Pochi si rendono conto dell’impatto che la differenza di classe può avere nell’esperienza di crescere dei bambini. Ho amici a LA che continuano a dirmi che fare figli è una passeggiata – perché siete dei dannati miliardari, è la mia risposta». Parla Diablo Cody, affilata sceneggiatrice chicagoana, che nelle sue storie al femminile mai dimentica il Midwest operaio dove è cresciuta – il paesaggio geografico e sociale che forma (e contro la cui implacabilità si frantumano) i sogni dei suoi personaggi, come la dark lady rottamata, Mavis, scrittrice per ragazzini in Young Adult ,o la rockettara triste di Meryl Streep nell’ultimo film di Jonathan Demme, Dove eravamo rimasti (Ricki and the Flash).

La sua nuova collaborazione con Jason Reitman (regista dei suoi copioni Juno e Young Adult) è Tully, un altro squarcio di donna che si snoda come in un’evoluzione naturale da Young Adult grazie anche al ritorno di Charlize Theron nel ruolo centrale. Non più una beauty queen che riappare con orrore nella provincia da dove era fuggita, ma la mamma stanchissima di due bambini (uno con problemi caratteriali), che ne aspetta un terzo non previsto. Nel vivido linguaggio tipico di Cody, Marlo sforna sorrisi di caustica circostanza e definisce la nuova gravidanza «una benedizione».

Poi però quando incontra l’ex compagna di scuola artista, magrissima, che vive ancora nel loft newyorkese dove stava anche lei prima che la vita prendesse la deprimente piega suburban, ammetta di sentirsi «come quella chiatta carica di spazzatura che negli anni ’80 avevano ancorato davanti a Brooklyn».
Cancellata anche la più piccola traccia di glamour, Theron si muove nell’inquadratura come una balena sonnambula, con il sorriso stanco. Avvolta in una vestaglia azzurrina, che la fa sembrare ancora più informe, serve pizza e verdure surgelati per cena e poi si distrae con un reality porno. Affettuoso e disinteressato, suo marito va letto presto per giocare a videogame.

La variabile in questa routine da incubo arriva quando il fratello ricco e con famiglia da spot pubblicitario (nessuno piange, nessuno picchia l’altro, la mamma sembra sempre appena uscita da una spa), le regala una «balia notturna», e cioè un’infermiera che si occupi del neonato durante le notte, in modo che Marlo dorma. Dopo un po’ di resistenza lei cede e la chiama. Tully (Mackenzie Davis) non ha nulla del tipo «balia»: è giovane, piena di idee, energia e di storie. Appare alla sera, quando il resto della famiglia è già a letto e Marlo sta abbioccandosi davanti al porno serial – devo occuparmi anche di te, le dice dolcemente, togliendole il neonato dalle braccia.

Al mattino quando tutti scendono si è dileguata, ma la casa è pulita e sul tavolo della cucina appaiono piatti di cupcake. «È come se avessi ricominciato a vedere i colori», si felicita Marlo dell’esperimento. Tutto sembra andare per il meglio, ma Diablo Cody non ama le soluzioni facili, o edulcorate – e dietro a Tully c’è un segreto che sposta il film nel realismo fantastico.