Sarà il referendum sulla willkommenkultur, la politica dell’accoglienza della cancelliera Angela Merkel, la prova del nove per i Verdi «di governo» e l’election day per i populisti di Alternative für Deutschland, lanciati alla conquista dei Parlamenti regionali in attesa dell’assalto al Bundestag nel 2017. Anche una tornata da incubo per l’Spd, sempre più ridotto ai minimi termini, e una trincea per la Linke che prova a resistere almeno nella ex Ddr.

Domenica prossima si vota in tre Land-chiave della Repubblica federale: Baden-Württemberg, Renania-Palatinato e Sassonia-Anhalt. Alle urne 16,9 milioni di tedeschi chiamati formalmente a rinnovare i seggi dei Landtag ma di fatto a promuovere o bocciare la politica sull’immigrazione del terzo governo Merkel.

Il falco Verde

A maggio 2011 erano volati al governo del Baden-Württemberg sull’onda dello tsunami che distrusse la centrale nucleare di Fukushima; oggi i Grünen non solo mantengono il consenso ma viaggiano al 32% delle preferenze nei sondaggi, 5 punti davanti alla Cdu e ben 16 oltre l’Spd inchiodato a quota 16%. Dietro si staglia l’orizzonte dei populisti di Afd già oltre l’11% e davanti ai liberali di Fdp (7%) come alla Linke che a Stoccarda non supera la soglia del 3%.
Per tutti l’uomo da battere è Winfried Kretschmann, classe 1948, cattolico, primo ministro in carica e falco della corrente «realista» degli ecologisti, non sempre allineato (anzi) alla linea ufficiale dei Grünen. È lui il padre-padrone del terzo Land più importante della Germania, che conta 10,6 milioni di abitanti, vanta le industrie più avanzate del Paese (un quinto dei ricercatori tedeschi lavora qui) e salari più alti di un terzo rispetto alla media europea. Il candidato Cdu Guido Wolf (ex assistente personale di Thomas Schäuble, fratello dell’attuale ministro delle finanze) accusa apertamente Kretschmann di «stalking» politico nei confronti dei cristiano-democratici, con cui il premier Verde si trova spesso d’accordo.

Nessun tradimento solo la «naturale evoluzione» politica, puntualizza il governatore del Baden-Württemberg che giustifica così il placet alla stretta sui migranti del governo Merkel, a partire dall’estensione della lista dei «Paesi sicuri» dove poter respingere i profughi. È la stessa posizione che costa al giovane ministro delle finanze svevo Nils Schmid – candidato Spd e partner di governo dei Grünen nel Land – la perdita di oltre il 4% dei consensi nelle ultime due settimane insieme all’irrefrenabile avanzata di Afd nei 35 circondari dello Stato.

Julia contro Malu

In Renania-Palatinato la sfida, sul filo del rasoio, è tutta al femminile. A Magonza testa a testa nei sondaggi tra la candidata Cdu Julia Klöckner, 44 anni, astro nascente dell’Union non solo in riva al Reno, e l’attuale ministra-presidente del Land Marie Luise «Malu» Dreyer che corre per l’Spd. Entrambe valgono il 35% nel sondaggio Forsa datato 9 marzo. E infatti la campagna elettorale infiamma il pubblico televisivo con il duello tra le due sfidanti in prime time quanto gli oppositori dell’Alternativa per la Germania (9% nei sondaggi) che non credono alla politica della Grosse Koalition a Berlino come in Renania-Palatinato, dove 4 milioni di tedeschi sopravvivono grazie all’export di vino, prodotti chimici e del made in Germany di una miriade di micro-imprese che temono l’effetto destabilizzante dell’«invasione di migranti». Qui i Verdi sono in caduta libera.

L’Altra Sassonia

È l’enclave democristiana nella Germania orientale e un incubo politico per l’Spd sorpassato dai populisti di Afd. A Magdeburgo, capitale della Sassonia-Anhalt (2,3 milioni di abitanti), i giochi sembrano chiusi: oltre un terzo dei votanti è già orientato verso la rielezione del governatore Rainer Haseloff, nella Cdu fin dai tempi della Ddr. Dieci punti indietro si trova Wulf Gallert, candidato (per la terza volta) della Linke che cala rispetto al 23,7% nel 2011 ma si conferma seconda forza politica nel Land, tallonata dal boom di Afd che vale il 19% nei sondaggi. E in Sassonia-Anhalt si consuma il «dramma» Spd sprofondato dal 21,5% alle scorse elezioni al 17%.