La prima novità è la direzione artistica di Gaia Furrer, sua la firma della selezione ufficiale in un’edizione che come il manifesto, una ragazza pronta a tuffarsi, è una scommessa col desiderio di rilanciare il cinema le cui modalità produttive e di visione sono state stravolte dalla pandemia. Nel «passaggio» con Giorgio Gosetti – che continua nel suo impegno di delegato generale – c’è anche un bel segnale di apertura, in una relazione dinamica e di reciproca collaborazione tra generazioni – Gaia Furrer in questo gruppo di lavoro si è formata – fondamentale per garantire vitalità e un’apertura di sguardi.

ECCOCI dunque alle Giornate degli Autori 2020, la sezione indipendente della Mostra del cinema di Venezia (2-12 settembre) che sarà aperta da Cigar au miel opera prima di Kamir Ainouz, e chiusa da Bruce LaBruce col suo Saint-Narcisse. Nel mezzo i film in concorso (dieci compresa l’apertura), 4 fuori concorso e una serie di eventi che compongono una mappa di relazioni anch’essa n movimento: la conferma della collaborazione con Prada per i «Miu Miu Women’s Tales», corti di autrici quest’anno affidati a Malgorzata Skulimowska (#19 Night Walk) e a Mati Diop (#20 In my Room), il premio Bookciak, Azione!, la collaborazione con Zalab per Laguna sud che porta le Giornate a Chioggia, e quella con Edipo Re in un progetto di proiezioni e incontri, intorno gli undici film di Notti Veneziane – L’isola degli Autori. E il Parlamento europeo, partner per «27 Times Cinema», il cui presidente di giuria è quest’anno il regista israeliano Nadav Lapid, mentre per il cinema dell’inclusione – ancora in collaborazione con Isola Edipo- il premio è dedicato a Liliana Cavani.
Nelle note di presentazione Gaia Furrer definisce la selezione: «Una grande avventura di viaggio» e non solo perché le storie toccano molti luoghi del pianeta – dalla Palestina alla Cina a Santiago del Cile – ma forse anche perché leggendo le sinossi dei film si ha l’impressione che seguano un orizzonte comune, qualcosa che interroga la possibilità dell’immagine nel suo rapporto col mondo. Ci sono i primi anni Novanta della guerra civile in Algeria che si riverberano nella vita di una ragazza di origini berbere, e nel suo amore con un giovane francese del film di Ainouz. E c’è la Cina rurale sempre in quel decennio, dove vive la protagonista di Mama esordio di Li Dongmei, costretta a un confronto doloroso con l’esistenza troppo presto. La Palestina e i paradossi dell’occupazione hanno i contorni di un’infelicità privata, la crisi famigliare dei protagonisti di 200 meters, regia di Aimeen Nayfeh, divisi dal muro.
L’Italia è in gara con Spaccapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio, la storia di un padre e di un figlio e della loro resistenza a una realtà feroce: l’uomo ha perso il lavoro dopo un incidente, i due vivono in una tendopoli, il bimbo sogna di diventare archeologo e che l’occhio di vetro del padre ha dei super poteri.

TRA I FUORI concorso il film di Milo Rau girato a Matera sulle orme contemporanee di Pasolini (Da Neue Evangelium) e il nuovo lavoro di Rezza e Mastrella, Samp.
A inaugurare le Notti Veneziane sarà Est di Antonio Pisu, il viaggio di tre ragazzi di Cesena nell’Europa dell’est nel 1989; tra gli altri Agalma di Doriana Monaco, un racconto quotidiano del Museo archeologico di Napoli, e James di Andrea La Monica, ritratto di James Senese.